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Il premier Conte: “A settembre riforma codice appalti e taglio netto alla burocrazia”

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Conte promette anche un riordino delle agevolazioni per le imprese e assicura non saranno tagliati i fondi a sanità e scuola. Tria (Economia): “Le promesse saranno tutte mantenute”

Codice degli appalti, semplificazione normativa, lotta alla corruzione, riforma fiscale, reddito di cittadinanza, pensioni. Si fa presto a elencarle, ma le questioni che dovrà affrontare il governo Conte nei prossimi mesi sono infinite. E, pur se scandite nel tempo, molte di esse dipenderanno dalla manovra di settembre. Che, a sua volta, sarà condizionata dai vincoli europei sul deficit, ma anche – in taluni casi – dai fondi stanziati dalla stessa Ue.

Dopo il primo vertice ristretto dello scorso venerdì a palazzo Chigi in vista proprio della manovra, e all’indomani della conversione in legge del decreto dignità, il presidente del Consiglio è tornato oggi (8 agosto) ad affrontare pubblicamente la questione nella conferenza stampa prima della pausa estiva. E ha affermato che si tratterà di “una manovra seria e coraggiosa con riforme strutturali”. Con quali risorse? Quelle “ricavate da una attenta opera di ricognizione degli investimenti programmati e delle spese”.

“Una fonte di risorse – ha specificato il capo del governo – sarà un riordino delle tax expenditure, le agevolazioni, anche con una loro ridefinizione molto organica. E non toccheremo settori chiave per lo sviluppo del Paese quali sanità, scuola e ricerca”.

 

“Subito un nuovo quadro normativo sugli appalti, ma non possiamo fare tutto a settembre”

Già dopo il rientro dalla pausa estiva, poi, Conte assicura sarà definito il nuovo codice degli appalti. “Sarà una riforma strutturale – ha affermato – una proposta di riforma seria che possa sbloccare il quadro normativo e dare maggiore certezza giuridica per rilanciare gli appalti”.

Una faccenda spinosa e molto sentita dalle imprese, alle quali il presidente del Consiglio si rivolge più o meno direttamente anche quando parla della semplificazione. “Lo dico – sottolinea – anche alla luce della mia competenza: in programma c’è una semplificazione normativa e burocratica, perché ritengo che il Paese sia imbrigliato da vincoli, lacci e lacciuoli”.

Sullo stesso piano di urgenza anche le misure anticorruzione, la flat tax – o meglio dual tax vista l’idea della doppia aliquota – e il reddito di cittadinanza. Ma nessuna bacchetta magica. “Cerchiamo – ha ribadito Conte – di accompagnare la manovra economica a tutte queste riforme. Il nostro pacchetto è integrale, ma dobbiamo essere realisti: questo non significa che a settembre realizzeremo tutte queste riforme, ma che avremo questi progetti di riforme da realizzare progressivamente”.

 

I vincoli Ue? Per il governo nulla osta agli obiettivi del contratto di governo

Una manovra, appunto, da studiare con un occhio ai vincoli Ue e un dialogo, quello con Bruxelles, da non mettere in discussione. “Per quanto riguarda i rapporti con la Commissione Ue – ha ricordato Conte – ci presenteremo a testa alta. Io non ho chiesto nessun atteggiamento di favore, abbiamo anticipato le linee direttive, ma non ho mai chiesto una concessione. Ci presenteremo con un programma serio, coraggioso, che tuteli i nostri interessi. Saremo molto seri, duri e rigorosi, ma non irragionevoli e scriteriati”.

Dello stesso avviso il ministro dell’Economia Giovanni Tria. Intervistato dal Sole 24 ore ha affermato come non ci sia alcuna tensione sui vincoli economici della Ue. “Per due terzi del tempo – ha ribadito tornando a parlare del primo vertice di venerdì scorso sulla manovra – si è parlato di investimenti pubblici, delle riforme che servono per la loro ripresa e dei possibili impatti sulla crescita. Per l’altro terzo si è ragionato sulle ipotesi del quadro programmatico da presentare a settembre. Alla fine sono stato io a rassicurare i colleghi sul fatto che l’avvio delle misure principali del contratto di governo sia compatibile con i vincoli di finanza pubblica, e non viceversa”.

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