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Il caldo autunno del governo tra salario minimo, taglio al cuneo fiscale e flat tax. E l’allarme Iva

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Entra nel vivo la discussione sui ‘nuovi’ cavalli di battaglia di Lega e M5S, per aumentare i salari dei lavoratori e diminuire al contempo le tasse alle aziende

L’estate, calendario alla mano, è iniziata da pochissimo, ma il pensiero va già a settembre. Nei palazzi romani, dopo aver sventato la procedura d’infrazione di Bruxelles, è infatti iniziato il conto alla rovescia verso la nuova manovra. Negli ultimi giorni si è infatti intensificato il botta e risposta – pubblico e non – tra Movimento 5 Stelle e Lega su flat tax, salario minimo e, da ultimo, sulla necessità non più prorogabile di un taglio deciso al cuneo fiscale alle imprese.

Un passaggio, quest’ultimo, obbligatorio vista la situazione italiana specie nel confronto europeo, ma oggigiorno ancora più impellente se non si vogliono mettere in ginocchio le aziende in vista del salario minimo.

Una soglia standard di retribuzione oraria minima, se non accompagnata – meglio se preceduta – da un taglio al cuneo fiscale, difatti non gioverebbe a nessuno, né agli imprenditori, soprattutto se di piccole dimensioni, né all’incremento dell’occupazione stessa.
 

Le promesse del premier Conte

Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, intervenendo questa mattina (10 luglio) all’assemblea annuale Ania, ha affermato che “la strategia di politica economica del governo è fondata sulla progressiva riduzione del debito pubblico, condizione necessaria per ogni prospettiva di crescita”.

“L’obiettivo della stabilità finanziaria – ha proseguito il capo dell’esecutivo – viene però rafforzato non con misure recessive e di rigore, ma se si procede di concerto con un recupero convinto del rapporto di fiducia fra istituzioni e cittadini, unitamente alla piena sostenibilità sociale delle misure di politica economica, a una riforma organica del sistema fiscale e a una congrua riduzione del cuneo fiscale”.
 

I pezzi di un mosaico complicato

Il ministro del Lavoro e dello Sviluppo economico Luigi Di Maio ha affermato a più riprese la necessità di restituire dignità a milioni di lavoratori sottopagati (salario minimo). Aiutando, al contempo, le imprese uccise dalle tasse (taglio del cuneo). Ecco perché salario minimo e riduzione del cuneo fiscale sono provvedimento che devono e andranno a braccetto, centrali nella prossima manovra.

Proprio come nel primo anno di governo centrali sono stati quota 100 e reddito di cittadinanza. Le due proposte direttamente legate al tessuto imprenditoriale e occupazionale – salario minimo e taglio al cuneo, appunto – saranno dunque parallele e inserite nella legge di Bilancio 2020.

 

Giù le tasse, ma tra poco si deve tornare a parlare anche di Iva

La Lega negli scorsi giorni ha avanzato una nuova proposta sulla flat tax. L’applicazione troverebbe applicazione a partire dal 2020 – con un piano triennale – ai contribuenti privati con aliquota al 15% per redditi fino a 50 mila euro. Allo studio anche una serie di agevolazioni per determinate tipologie di famiglie, tra deduzioni e detrazioni. Il Movimento 5 Stelle, invece, vorrebbe un innalzamento della ‘no tax area’ e una rimodulazione degli attuali scaglioni fiscali.

Una sintesi sembra possibile, con Matteo Salvini che parla apertamente di un punto di incontro che può essere rappresentato da “un misto di flat tax e taglio del cuneo fiscale”.

Ma in tutto questo non bisogna dimenticare che, anche nella prossima manovra, il punto focale sarà un altro. Ovvero quello di disinnescare l’aumento dell’Iva, perché altrimenti salirebbe dall’attuale 22% al 25% nel 2020 e al 26,5% nel 2021. Con l’aliquota attualmente al 10% pronta a crescere di 3 punti percentuali. Una grana da almeno 23 miliardi di euro, da recuperare in qualche modo.

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