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DDL Bilancio 2022, audizione Conflavoro PMI in Senato e Camera

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Il presidente Roberto Capobianco interviene in audizione delle V Commissioni riunite di Palazzo Madama e Montecitorio

Conflavoro PMI, con il presidente Roberto Capobianco, ha partecipato oggi (19 novembre) all’audizione sul Disegno di legge di Bilancio di previsione dello Stato per l’anno finanziario 2022 e il bilancio pluriennale per il triennio 2022-2024. Per l’occasione, tra le più importanti dell’anno, riunite le Commissioni V di Senato (presidente Sen. Daniele Pesco) e Camera (presidente On. Fabio Melilli).

Conflavoro PMI ha presentato alle due Commissioni una corposa memoria con annesse dettagliate proposte di emendamenti come formulate dal Centro studi interno all’associazione.

Durante l’audizione, Roberto Capobianco si è soffermato su alcuni argomenti strategici in vari contesti, ossia:

Riduzione della pressione fiscale e contributiva;
Superbonus edilizia 110%;
Altri bonus e crediti d’imposta;
Accesso al credito e liquidità per le imprese;
Reddito di cittadinanza;
Riforma ammortizzatori sociali.

 

Cuneo fiscale

Secondo Conflavoro PMI, le imposte sul lavoro applicate in Italia restano ancora troppo elevate, oltre ad essere disciplinate da norme caratterizzate da evidenti complessità burocratiche. “Il nostro sistema tributario non favorisce l’imprenditorialità – spiega Roberto Capobianco – e, se apprezziamo l’immissione di risorse pari a 8 miliardi, relativamente all’Irpef chiediamo che la maggiore riduzione o gli accorpamenti non generino scaglioni di aliquote che possano poi gravare sui redditi medi e medio-bassi. In merito all’aliquota Irap, il nostro auspicio è che l’intervento consista in una riduzione dell’imposta almeno di un punto percentuale, con criterio progressivo, fino alla sua completa eliminazione”.

 

Superbonus 110%

Il Superbonus 110% rappresenta una leva per incrementare il livello di efficienza energetica degli edifici e per risollevare l’edilizia, settore la cui sopravvivenza era compromessa già da oltre un decennio. “Chiediamo – propone Conflavoro PMI – che non vengano introdotte limitazioni all’efficacia della misura. Pertanto è indispensabile l’abrogazione del tetto Isee di 25.000 euro applicato alle abitazioni unifamiliari per le spese sostenute entro il 31 dicembre 2022”.  

 

Bonus e crediti di imposta   

 “Le revisioni dei crediti di imposta come previsto dal DDL di Bilancio registrano una eccessiva riduzione delle aliquote già a partire dal 2022, per cui gli investimenti nei settori ‘agevolati’ non saranno più così attrattivi, soprattutto per le PMI. Chiediamo anche la proroga del credito d’imposta  per investimenti in beni materiali ed immateriali generici non 4.0 e – sottolinea Roberto Capobianco – soprattutto di Formazione 4.0, imprescindibili per la trasformazione delle imprese e del mercato del lavoro”.

 

Garanzie e Accesso al credito

Ottima, per Conflavoro PMI, la proroga della garanzia SACE senza revisioni e limitazioni. Non vanno, però, nella giusta direzione le modifiche al Fondo di Garanzia per le piccole e medie imprese, con l’abbassamento della copertura della garanzia dal 90% all’80% e la re-introduzione del pagamento di una commissione una tantum per ottenere la garanzia.

 

Reddito di cittadinanza

“Sarebbe uno strumento valido per contrastare la povertà e la disoccupazione, se fosse stato corredato di una vera politica del lavoro”. Questo il parere espresso in passato a più riprese, e anche nell’audizione odierna, da Conflavoro. “I Centri per l’impiego non funzionano e manca del tutto una strategia di formazione e di accompagnamento dei percettori del Rdc verso il mondo del lavoro. Chiediamo di agevolare le aziende nelle assunzioni, abbassando le tasse e il costo del lavoro, oltre a promuovere un netto cambio culturale, da assistenzialismo a reimpiego”.

 

Ammortizzatori sociali

Per Conflavoro PMI andrebbe infine riscritta completamente la riforma degli ammortizzatori sociali perché “non ha tenuto conto del fallimento del sistema durante la pandemia. Andrebbe, secondo noi, proposto un modello di ammortizzatore sociale unico. Un modello veramente equo, inclusivo e sostenibile, con un unico Fondo gestito dall’INPS e coi Fondi di previdenza complementare solo per trattamenti pensionistici integrativi. Invece viene favorita la costituzione di numerosissimi fondi di solidarietà bilaterale, ciascuno con le proprie regole e le proprie tempistiche di erogazione del trattamento”.

“Vi sarà un aumento delle contribuzioni a carico delle imprese, dei lavoratori autonomi e di quelli dipendenti. In particolare – conclude il presidente Roberto Capobianco – delle aziende con meno di 5 occupati che dovranno obbligatoriamente pagare anche le aliquote di finanziamento dei fondi seppur nella consapevolezza che difficilmente presenteranno domanda di assegno per il trattamento di integrazione salariale. Negativo anche il rilascio del DURC subordinato ai versamenti ai Fondi, fatto che erode la capacità d’impresa”.

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