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Lunedì Mattarella incontra i partiti, poi governo ponte o voto immediato

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L’ultima possibilità per evitare un esecutivo di larghe intese è accordo tra Lega e M5S. Il Quirinale farà di tutto per rimandare di un anno le elezioni

 

Al Colle si lavora sul governo ponte, decisione a breve

Il presidente Mattarella non attende la direzione PD di oggi pomeriggio e convoca per lunedì 7 maggio un ulteriore giro di consultazioni atto a verificare la presenza di una maggioranza in parlamento. Sarà probabilmente l’ultima possibilità per i partiti, dopodiché il Quirinale proporrà ufficialmente un governo ponte di larghe intese.

Nel frattempo le autocandidature, le proposte, le teorie si sprecano in vista dell’eventuale formazione di un esecutivo. Eventuale perché, ormai, niente è più certo, se non due fatti. Il primo: è necessario rispettare precise scadenze in campo economico-finanziario (leggasi Def, ma non solo). Il secondo: il presidente della Repubblica, e solo lui, deciderà in primis come muoversi. E Sergio Mattarella farà di tutto per evitare il ritorno immediato alle urne.
 

Di Maio: “Subito al voto”

Luigi Di Maio nelle ultime settimane ha detto e ribadito che il M5S non voterà un governissimo, piuttosto le elezioni immediate perché ritiene che i pentastellati, primo partito d’Italia, non possano stare all’opposizione.

E, d’altro canto, il corteggiamento del Movimento alla Lega, vero o presunto, che molti davano in auge anche durante l’incarico esplorativo a Roberto Fico, adesso pare ufficialmente fuori discussione. Troppe le accuse, velate o meno, di Di Maio a Matteo Salvini con tanto di riferimenti ai suoi rapporti con Silvio Berlusconi. Ma mai dire mai, specie in politica.
 

Salvini: “Presidente Mattarella mi affidi pre-incarico”

E il leader della Lega, dal canto suo, afferma di volersi far carico della questione governo in prima persona, con un proprio esecutivo. Ha chiesto, in sostanza, un pre-incarico al presidente della Repubblica per andare a cercare nelle camere i voti che gli mancano per governare.

Comunque vada, pre-incarico, maggioranza tra Lega e M5S, governo di transizione, Salvini è convinto di uscire ancor più forte da questa impasse rispetto al 4 marzo. Ma Sergio Mattarella vuole numeri certi, non un governo di minoranza. E dunque la decisione del Quirinale sembra scontata.

 

Verso un esecutivo di transizione

La scelta più probabile, a oggi, sembra ricadere sul nome forte e terzo, istituzionale, a cui nessuno o quasi possa dire di no. Almeno secondo Sergio Mattarella. Il nome noto che circola da giorni è quello di Sabino Cassese, giudice emerito della Corte Costituzionale.

Ma la rosa del presidente della Repubblica non si esaurisce qui. Il profilo ricercato, difatti, deve possibilmente essere gradito (e dunque votato) anche dal Movimento 5 Stelle. Cassese potrebbe non incontrare i favori di Lega e, soprattutto, proprio del M5S poiché si era espresso per il sì al referendum costituzionale voluto da Renzi e bocciato il 4 dicembre 2016.

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