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Mattarella al bivio finale: nuove elezioni o tentativo di governo M5S-Lega-FdI?

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Anche stamani Carlo Cottarelli è salito al Colle per un incontro informale. In parlamento, intanto, continua il dialogo della maggioranza, ma Salvini dice di voler tornare subito al voto

Carlo Cottarelli rinuncia all’incarico di formare un governo? Sarebbe solo l’ultimissimo dei colpi di scena da quell’ormai lontano 4 marzo. Il non ottenere la fiducia di nessun grande partito in parlamento (anche il PD si asterrebbe) potrebbe portare l’ex commissario alla spending review – o direttamente il Quirinale – ad annullare tutto. Cottarelli anche stamattina ha incontrato, per circa mezz’ora e in modo informale, il presidente Mattarella. Non sono ancora trapelate dichiarazioni in merito dal Colle.

Le alternative, per il Quirinale, non sono molte. Se si esclude Cottarelli, restano forse solo due le strade percorribili, ma una porta comunque alla fine immediata della legislatura. La prima opzione sarebbe un tentativo di governo sostenuto ancora da M5S e Lega, ma rinforzato dai voti di Fratelli d’Italia dopo le dichiarazioni pubbliche in tal senso di Giorgia Meloni. Matteo Salvini, però, afferma di voler tornare al voto, di aver già fatto troppi passi indietro.

La seconda, invece, vedrebbe l’esecutivo Gentiloni restare in carica traghettando la più breve legislatura della storia a elezioni anticipate a fine luglio. In piena estate. Con una disaffezione per la politica che crescerebbe a dismisura e si tramuterebbe in un’affluenza alle urne ai minimi storici. Mattarella in passato ha avuto modo di dire che il governo Gentiloni doveva chiudersi, ma ormai ogni giorno ci sono nuovi sviluppi sia dal Colle sia dal parlamento.

 

Spauracchio elezioni e aumento Iva paralizzerebbero il Paese

In ogni caso siamo ancora al punto zero. Tutto da fare. Dopo tre mesi con un governo zoppo poiché senza pieni poteri. Dopo le innumerevoli consultazioni al Quirinale. Dopo i mandati esplorativi affidati a entrambi i presidenti di Camera e Senato. Dopo due incarichi da premier. Tutto da fare.
 
Intanto il Def deve ancora essere approvato e il fantasma dell’aumento dell’Iva è sempre più schiacciante. Questa la conseguenza più tangibile, immediata, drammatica per l’economia reale. Una mazzata che spezzerebbe le gambe alle imprese italiane e, di conseguenza, a milioni di lavoratori e rispettive famiglie.
 
Molto più, evidentemente, del famigerato spread, che cresce e diminuisce ormai senza poter essere veicolato – come si è visto – dalla presenza o meno di determinate figure in determinate caselle ministeriali. E, a proposito del veto su Paolo Savona al ministero dell’Economia, proprio stamattina la Lega ha ribadito, per voce del capogruppo al Senato Centinaio, che resta quello il nome per quel dicastero.
 
Del resto – questo il ragionamento portato avanti – lo spread ha conosciuto un picco che non si vedeva da anni proprio dopo l’incarico con riserva affidato a Cottarelli. E’ diminuito, invece, coincidenza o meno, stamattina quando i mercati hanno aperto con la notizia della rinuncia dell’impeachment per Mattarella da parte del M5S. E con le parole di Luigi Di Maio incentrate su rispetto e collaborazione con il Quirinale. Segno che il nome di Savona non era poi così determinante? In ogni caso, come potrebbe valere per Sergio Mattarella il ‘rimangiarsi’ la parola circa il governo Gentiloni, lo stesso vale per qualsiasi cosa venga affermata dalla politica in queste ore. In questi mesi, anzi.
 
L’unico fatto certo è che occorre fare un governo e occorre farlo subito.

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