Conflavoro / Imprese / Disparità di genere: decontribuzione 50% su assunzioni donne
Imprese

Disparità di genere: decontribuzione 50% su assunzioni donne

Contro la disparità di genere, torna la possibilità di assumere donne beneficiando di una riduzione del 50% dei contributi previdenziali a carico delle aziende

Contro la disparità di genere nei luoghi di lavoro, anche nel 2025 torna la possibilità di assumere donne beneficiando di una riduzione del 50% dei contributi previdenziali a carico delle aziende. Il Ministero del Lavoro ha pubblicato il decreto interministeriale del 30 dicembre 2024, di concerto con il MEF, che individua i settori e le professioni che, per l’anno corrente, potranno beneficiare di incentivi contributivi mirati a ridurre le disparità di genere.

La misura si inserisce all’interno delle strategie governative per favorire l’occupazione femminile nei settori dove la disparità di genere uomo-donna supera del 25% la media generale, secondo le rilevazioni ISTAT. Per le piccole e medie imprese queste agevolazioni rappresentano una doppia opportunità: promuovere una cultura aziendale più inclusiva e accedere a significativi vantaggi fiscali.

I settori con maggiore disparità di genere

Tra i settori identificati dal Ministero, segnaliamo alcune industrie tradizionalmente caratterizzate da una bassa presenza femminile in cui il tasso di disparità è particolarmente evidente:

  • Industria estrattiva: 82,2%
  • Costruzioni: 81,9%
  • Trasporto e magazzinaggio: 56,4%
  • Acqua e gestione rifiuti: 67,1%
  • Informazione e comunicazione: 38,6%
  • Industria manifatturiera: 44,3%

Questi dati mostrano la persistente predominanza maschile in settori strategici per l’economia nazionale, offrendo al contempo spunti di riflessione e intervento per le PMI.

Le professioni agevolabili

Il decreto identifica anche le professioni dove la disparità occupazionale è più marcata. Tra queste spiccano

  • artigiani e operai metalmeccanici specializzati: 95,9%
  • installatori e manutentori di attrezzature elettriche ed elettroniche: 95,3%
  • conduttori di veicoli e macchinari mobili: 94,7%
  • specialisti ICT: 61,5%
  • ingegneri e architetti: 59,6%

Inoltre, settori come quello agricolo e forestale (65,1%) e le professioni tecniche in ambito scientifico e ingegneristico (66,8%) rappresentano ulteriori ambiti di intervento, suggerendo alle PMI aree di crescita per una maggiore integrazione femminile.

Gli incentivi

Le aziende che assumono donne appartenenti a specifiche categorie individuate dal decreto possono beneficiare di una riduzione del 50% dei contributi previdenziali a carico, per un periodo di 12 mesi. Questa misura è applicabile nei seguenti casi:

  • Donne con almeno 50 anni, disoccupate da oltre 12 mesi.
  • Donne di qualsiasi età, residenti in aree svantaggiate e senza impiego regolare da almeno 6 mesi.
  • Donne impiegate in settori o professioni a forte disparità di genere, prive di un impiego regolare da almeno 6 mesi.
  • Donne senza impiego regolare da almeno 24 mesi, indipendentemente dalla residenza.

Queste agevolazioni rispondono alla necessità di abbattere le barriere all’ingresso per le lavoratrici in settori tradizionalmente maschili e offrono un supporto concreto alle PMI nel reclutamento di nuove figure professionali.

Opportunità per le PMI

Le piccole e medie imprese, spesso alla ricerca di risorse qualificate ma con budget limitati, possono sfruttare queste misure per ampliare il loro organico promuovendo la diversità. Inoltre, inserire lavoratrici in ruoli atipici per il genere rappresenta un’opportunità per innovare l’organizzazione e migliorare l’efficienza operativa.

La disparità di genere nel lavoro è un fenomeno che richiede interventi mirati e sistematici. Le misure adottate per il 2025 non solo offrono un beneficio economico alle imprese, ma contribuiscono a un cambiamento culturale indispensabile per una società più equa. Le PMI italiane sono chiamate a cogliere questa opportunità, combinando crescita economica e responsabilità sociale.

Scopri le altre nostre convenzioni