Nazionali Lavoro: Conflavoro PMI a Trento per presentare un progetto sulla riscossione del credito sabato 25 Marzo 2017 Array Nazionali TRENTO – Chi non paga le fatture fa un danno non soltanto a chi le emette ma anche alla fiscalità generale. Per questo occorre trovare delle soluzioni che da una parte garantiscano il credito, dall’altra evitino le lunghe trafile legate ai tempi della giustizia civile, che aggravano ulteriormente i costi della riscossione. È un progetto ambizioso quello di Conflavoro Pmi, l’associazione datoriale guidata da Roberto Capobianco, che è al lavoro per una proposta in grado di risolvere uno dei principali problemi delle piccole e medie imprese: riscuotere i crediti. Come? Con un meccanismo più immediato e “certificato”, fra schemi di contratto standard e commissioni per la certificazione del credito, oltre a sistemi per valutare e in qualche modo segnalare i cattivi pagatori. L’iniziativa è partita da Trento, per iniziativa di Salvatore Ruocco, Presidente provinciale di Conflavoro PMI e amministratore unico di Trentino Sicurezza, costretto a trovare una soluzione per salvare la sua azienda, che solo qualche anno fa ha rischiato di fallire a causa di pesanti insoluti: “Il problema della riscossione del credito mi ha toccato in prima persona: dopo aver subito ingenti perdite ho cercato e messo in atto un’idea, dalla quale poi è partito il progetto che presentiamo oggi in questa sede. Ho condiviso la cosa con Roberto Capobianco, che ha prontamente colto l’opportunità per farne un progetto su scala nazionale”, ha dichiarato Ruocco. Per Conflavoro Pmi risolvendo questo problema si interromperebbe anche il circolo vizioso che mette, per mancanza di liquidità, gli imprenditori davanti a un bivio: pagare i dipendenti e la spesa corrente per tenere in vita le aziende, rimandando il pagamento di tasse e imposte. Il tutto, nel caso di mancata riscossione delle fatture, di fronte al paradosso secondo cui l’imprenditore è tenuto a pagare integralmente l’Iva, su un importo che non ha mai incassato, mentre il “cattivo pagatore” avrà nel frattempo scaricato dalle proprie imposte l’Iva della fattura non pagata. A quel punto, spiega Capobianco, “A fronte dell’obbligo di pagare integralmente l’Iva, un’azienda in crisi e con un significativo debito fiscale fallirà, il Fisco alla fine dei conti incasserà meno se non nulla e i dipendenti si troveranno senza lavoro. È per questo motivo che siamo di fronte alla necessità impellente di trovare una soluzione”. Ecco allora la proposta di soluzione di Conflavoro Pmi: “Innanzitutto – spiega ancora il presidente Capobianco – non si può più tollerare che uno scambio, nella forma di acquisto e/o vendita, sia privo di qualsiasi forma di regolamentazione. In altre parole è necessario un contratto commerciale con apposite clausole di tutela annesse. Un contratto che specifichi azioni e impegni delle parti in ogni possibile circostanza, preveda le modalità di pagamento, dia la possibilità di certificare l’eventuale inadempimento e così via”. Il contratto dovrebbe poi essere posto al vaglio di un organo terzo, a garanzia delle parti, per certificare l’eventuale inadempimento contrattuale: “Per certificare l’inadempimento contrattuale si potrebbero attivare gli enti bilaterali – spiega Capobianco – che in tempi senza dubbio più rapidi rispetto alla giustizia ordinaria potrebbero esperire il tentativo di conciliazione o, in caso negativo, emettere un certificato di inadempienza con cui si darà certezza dell’inadempimento e con il quale si potrà ricorrere al giudice per veder tutelati i propri interessi”. “Una procedura – spiega il Presidente – che ha un grande pregio: spiega i propri effetti nell’immediato e, affiancata al meccanismo del ‘congelamento delle fatture’, consente di ottenere nel breve termine risultati concreti e tangibili”. Infine l’albo dei “cattivi pagatori” con i dati di coloro che sono stati destinatari di una “certificazione” di inadempienza contrattuale: “Una sorta di sistema a punti – conclude Capobianco – con cui si segnala alla comunità degli imprenditori la presenza di un soggetto che non ha onorato le proprie fatture o ha addirittura già ricevuto un certificato di inadempienza. Punti che possono essere “recuperati” nel caso in cui il soggetto in questione si rimetta in regola”. Conflavoro PMI è un’associazione datoriale che garantisce l’assistenza, la tutela e lo sviluppo delle aziende associate, in relazione alle tematiche di carattere locale e nazionale, mantenendo rapporti diretti con tutte le istituzioni pubbliche e private. Con più di 600 collaboratori operanti in oltre 75 sedi della confederazione, presenti in 18 regioni e 64 province, Conflavoro PMI offre, oltre ai servizi ordinari, come accesso al credito, tutela legale, consulenza finanziaria, assistenza e formazione in ambito di salute e sicurezza sui luoghi di lavoro, una vera ed effettiva rappresentanza sindacale a favore dell’intera impresa, prestando un’attenzione particolare alla gestione effettiva dei Contratti Collettivi Nazionali del Lavoro. Conflavoro PMI è fatta di persone, di imprenditori, di professionisti che ogni giorno si ingegnano, operano e lavorano per far ripartire la grande macchina aziendale delle nostro Paese. 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