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Conflavoro Pmi: “Nostre richieste accolte, nessun accordo sindacale per cassa integrazione”

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Ok blindato al Senato, adesso passaggio alla Camera e voto (di liberazione) in vista della Liberazione

Nel maxi-emendamento al decreto Cura Italia già blindato al Senato sparisce l’obbligo di informazione e consultazione sindacale adesso invece previsti all’articolo 19 per il trattamento salariale integrativo e per l’assegno ordinario.

E viene modificato anche l’articolo 22 sempre del Cura Italia, quello che norma la cassa integrazione in deroga, eliminando l’accordo sindacale per qualsiasi tipo di azienda danneggiata dalle restrizioni per Covid-19, anche sopra i 5 dipendenti. Lo sottolinea Conflavoro Pmi, che si era battuta e aveva chiesto formalmente al governo queste correzioni subito dopo la pubblicazione del decreto. Ti sei perso il video in cui spieghiamo tutta la situazione? Guardalo qui.

“Questa è una vittoria di tutti – sottolinea il presidente di Conflavoro Pmi Roberto Capobianco – per la nostra associazione che ha portato avanti questa battaglia fin dal primo giorno, ma soprattutto per le nostre aziende e per i nostri lavoratori che non dovranno sottostare a delle regole assurde. Non serviva altra burocrazia. Né altri costi nascosti per i nostri lavoratori in difficoltà a favore dei soliti noti. Non serviva l’ok di Cgil, Cisl e Uil per avere gli ammortizzatori sociali anche nell’emergenza più drammatica da noi mai vissuta. Del resto, quali accordi e consultazioni sindacali potranno mai servire quando il motivo della chiusura è noto a tutti ed è esplicitato da apposito decreto?”.
 
“Adesso – conclude il presidente di Conflavoro Pmi – aspettiamo il passaggio finale alla Camera e la definitiva conversione in legge del decreto Cura Italia così modificato. Dovrebbe avvenire prima del 25 aprile, e per l’Italia che lavora, l’Italia che non vuole sottostare alle ingiustizie e allo strapotere dei soliti sindacati, sarà davvero, finalmente, una nuova Liberazione”.

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