Conflavoro / Politica / La settimana politica: dai negoziati per l’Ucraina al Ponte sullo Stretto
Politica

La settimana politica: dai negoziati per l’Ucraina al Ponte sullo Stretto

Dopo il vertice in Alaska tra Trump e Putin, i negoziati di pace tra Russia e Ucraina hanno registrato scarsi progressi sostanziali

Array

Dopo il vertice del 15 agosto ad Anchorage tra Trump e Putin, i negoziati di pace tra Russia e Ucraina hanno registrato scarsi progressi sostanziali. L’incontro ha confermato la distanza tra le parti: Mosca ha insistito sul riconoscimento delle conquiste territoriali e sulla neutralità ucraina, mentre Kiev ha ribadito la necessità di garanzie di sicurezza concrete e il rifiuto di cessioni permanenti.

Il supporto dell’Europa all’Ucraina

Nei giorni successivi, a Washington, Trump ha cercato di rilanciare un percorso di dialogo insieme a Zelensky e ai principali partner europei, ma le sue proposte si sono limitate a formule più ampie, come l’idea di garanzie multilaterali, senza toccare il nodo territoriale. In questo contesto, la premier Giorgia Meloni ha assunto una linea prudente ma assertiva, sottolineando l’irrinunciabilità del sostegno a Kiev e la necessità che l’Europa rivesta una parte decisiva nei negoziati.

Ad oggi, i colloqui rimangono sostanzialmente impantanati: l’unico risultato concreto è stato lo scambio di prigionieri, mentre restano insoluti i nodi cruciali di confini, sicurezza e riconoscimento politico della leadership ucraina.

Il dossier sul Ponte sullo Stretto

Il Ponte sullo Stretto di Messina sembra sempre più vicino. Lo scorso 6 agosto il CIPESS ha infatti approvato il progetto definitivo per la grande opera, cavallo di battaglia del Ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture Matteo Salvini, che dovrebbe essere aperta dal 2032. Si tratta dunque di un passaggio storico nelle vicende dell’opera, a cui dovrà far seguito l’approvazione del progetto definitivo da parte della magistratura contabile.

Sarà la Corte dei Conti, in teoria entro due mesi, a verificare la conformità degli atti alle leggi e ai regolamenti, nonché la regolarità delle procedure amministrative e contabili. E si parla già dell’avvio delle attività preliminari entro la fine del 2025, con polemiche delle opposizioni e di una parte della società civile locale, anche con riferimento agli espropri che si renderanno necessari per l’avvio dei cantieri. 

Primi spunti sulla manovra 2026: il nodo pensioni

Arrivano direttamente dal Sottosegretario al Ministero del Lavoro Claudio Durigon, dal Meeting di Rimini, le prime dichiarazioni sulla manovra finanziaria 2026, che entrerà nel vivo in autunno come di consueto. Durigon ha annunciato il fermo dell’età pensionabile, che altrimenti aumenterebbe dal 2027, rispetto a cui avrebbe incassato già il via libera da parte del Ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti.

Il Sottosegretario si è poi soffermato sull’opportunità di rafforzare Opzione Donna e di rivedere Quota 103, sottolineando la necessità di efficientare la contrattazione ed evitare situazioni di prolungata vacatio contrattuale. “Stiamo valutando di proporre che il Tfr fermo all’Inps, delle imprese sopra i 50 dipendenti, possa essere una rendita, per dare un ristoro e avere pensioni un po’ più forti”, ha affermato, non escludendo di inserire in questo contesto anche la possibilità del long term care. 

Scopri le altre nostre convenzioni