Economia Ddl equa retribuzione, Capobianco: “Superato salario minimo, nostra proposta valorizza CCNL contro dumping”Il presidente di Conflavoro: “L’equa retribuzione è significativo per le relazioni industriali e il mondo del lavoro, presenta molte delle nostre richieste” venerdì 26 Settembre 2025venerdì 26 Settembre 2025 Array Il Senato, con 78 voti a favore e 52 contrari, ha approvato in via definitiva un disegno di legge riguardante l’equa retribuzione. La proposta era stata inizialmente depositata nel luglio 2023 da tutte le forze di opposizione, ad eccezione di Italia Viva, e prevedeva l’introduzione in Italia di una soglia retributiva minima di 9 euro lordi all’ora – c.d salario minimo – al di sotto della quale i datori di lavoro non avrebbero potuto diminuire la retribuzione dei propri dipendenti. Nel novembre 2023 durante l’esame del testo alla Camera, era stato approvato un emendamento della maggioranza che ne ha modificato radicalmente l’impianto originario sulla proposta, trasformandolo in una legge delega tutta orientata verso il concetto di equa retribuzione proporzionata per i lavoratori e la valorizzazione della contrattazione collettiva. Orientamento simile era stato già promosso a suo tempo proprio da Conflavoro, che nell’estate 2023 con la presentazione alle istituzioni di un disegno di legge fondato proprio sui medesimi principi, aveva provato ad offrire delle risposte concrete ad un problema così sentito come quello del lavoro povero, prevedendo già dei primi meccanismi di attuazione – Leggi il testo integrale. La delega sull’equa retribuzione appena approvata dal Parlamento sarà puntualmente declinata nei decreti legislativi che vedranno la luce verosimilmente nei prossimi mesi, nel frattempo è bene ricordare come il disegno di legge si fondi in particolare su 4 fondamentali pilastri: assicurare ai lavoratori trattamenti retributivi giusti ed equi; contrastare il lavoro sottopagato; stimolare il rinnovo dei CCNL; contrastare il dumping contrattuale. Equa retribuzione: il parametro del CCNL maggiormente applicato Il disegno di legge richiama il principio di equa retribuzione – proporzionata e sufficiente – sancito dall’articolo 36 della Costituzione, non optando per l’introduzione di un salario minimo orario stabilito per legge, misura che avrebbe rischiato di comprimere il ruolo delle parti sociali e della contrattazione collettiva e che non avrebbe tenuto conto della forte eterogeneità dei vari settori economici. Al contrario, il provvedimento valorizza i CCNL come parametro di riferimento per la determinazione della retribuzione. In particolare, viene prevista l’individuazione del trattamento economico complessivo minimo attraverso il riferimento ai CCNL maggiormente applicati nei singoli settori, delegando al Governo il compito di definire principi e criteri attuativi entro sei mesi dall’entrata in vigore della legge. Si tratta di un’impostazione a nostro avviso condivisibile, in quanto la contrattazione collettiva è da sempre considerata da Conflavoro lo strumento imprescindibile per definire condizioni retributive e normative in grado di interpretare le peculiarità dei diversi comparti economici e rispondere in maniera puntuale alle esigenze delle imprese e dei lavoratori. Un simile meccanismo consente di individuare un parametro univoco e certo – rafforzato dall’obbligo, previsto dal DDL, di indicare in modo chiaro il CCNL applicato tramite codice identificativo CNEL – cui gli altri contratti di settore devono adeguarsi. In questo modo si riducono in maniera significativa i margini per fenomeni di dumping contrattuale e di concorrenza sleale, garantendo al contempo maggiore equità, trasparenza e certezza giuridica. Tale principio assume ancor più rilievo nel settore degli appalti e subappalti privati, un ambito che fino ad oggi risultava privo di una disciplina puntuale in materia di equivalenza contrattuale e che, con l’attuazione della delega, potrà beneficiare di un chiaro riferimento normativo. Incentivazione dei rinnovi contrattuali Altro punto cardine del disegno di legge è l’introduzione di misure per incentivare il rinnovo dei CCNL entro i termini concordati dalle Parti sociali, così da evitare periodi prolungati di vacanza contrattuale che rendono obsoleti i trattamenti economici e talvolta anche quelli normativi. Per i contratti scaduti e non rinnovati entro i tempi stabiliti, nonché nei settori non coperti da contrattazione, il provvedimento prevede l’intervento diretto del Ministero del lavoro e delle politiche sociali che potrà adottare misure riguardanti i trattamenti economici complessivi minimi, tenendo conto delle peculiarità delle categorie interessate, facendo eventualmente riferimento ai CCNL maggiormente applicati nei settori affini. La valorizzazione e partecipazione delle risorse umane Il disegno di legge sull’equa retribuzione, inoltre, pone l’accento sulla partecipazione dei lavoratori alla vita dell’impresa, prevedendo la possibilità di disciplinare modelli di coinvolgimento nella gestione e nella distribuzione degli utili. Si tratta di un approccio che mira a consolidare il rapporto di fiducia tra datore di lavoro e dipendenti, valorizzando il capitale umano come elemento propulsivo per la competitività e la crescita aziendale. Questa impostazione è in linea con esperienze già presenti in diversi CCNL e si fonda sul riconoscimento del merito e della professionalità come leve fondamentali per la prosperità dell’impresa – valori imprescindibili anche della contrattazione collettiva promossa da Conflavoro, da tradurre in strumenti concreti capaci di incentivare la produttività, rafforzare la partecipazione attiva dei lavoratori e consolidare la coesione tra le parti. Conclusioni In conclusione, il Disegno di Legge n. 957 sull’equa retribuzione rappresenta un passaggio significativo nel percorso di modernizzazione del sistema delle relazioni industriali, oltre a fornire un pieno riconoscimento in sede legislativa a principi e proposte sostenuti da Conflavoro ormai da tempo. Per questo il presidente Roberto Capobianco accoglie con favore l’approvazione del provvedimento, sottolineandone la coerenza con la visione di un sistema fondato sulla libertà sindacale, sul merito e sulla professionalità. “Questo provvedimento rappresenta un passo avanti significativo per il sistema delle relazioni industriali e per il mondo del lavoro – dichiara Capobianco -. Siamo soddisfatti di constatare che al suo interno trovano spazio i suggerimenti di Conflavoro, così come già accaduto con il bollino di qualità attualmente al vaglio del CNEL, che costituisce un ulteriore pilastro della nostra proposta di legge. Conflavoro conferma la propria disponibilità a collaborare con le istituzioni, mettendo a disposizione il contributo tecnico dell’associazione e ripresentando la proposta di legge che, sin dall’inizio, ha guidato la nostra azione in materia di contrattazione collettiva e contrasto al dumping”. La tua crescita passa da una nostra sede Cerca la più vicina a te Tanti vantaggi in una tessera associativa Iscriviti ora Tanti vantaggi in una tessera associativa Iscriviti ora Scopri le altre nostre convenzioni Condizioni agevolate agli associati Conflavoro PMI Leggi tutto 10% di sconto sui tuoi viaggi Leggi tutto Gestione delle risorse umane in un clic Leggi tutto 30% di sconto sulle tariffe web Leggi tutto