Lavoro Giovani NEET in Italia: oltre 1,3 milioni di inattivi, il piano Conflavoro per trasformare l’emergenza in sviluppo giovedì 27 Novembre 2025giovedì 27 Novembre 2025 Array Il fenomeno dei giovani NEET in Italia continua a rappresentare una delle principali emergenze strutturali del sistema economico e sociale. All’inizio del 2025 sono oltre 1,3 milioni i giovani tra i 15 e i 29 anni che non studiano, non lavorano e non seguono percorsi di formazione. Il dato supera i 2 milioni se si estende la fascia fino ai 34 anni. I dati del Centro Studi Conflavoro sui giovani NEET Nonostante un importante miglioramento rispetto agli anni precedenti, l’Italia resta tra i Paesi europei con i valori più alti, con un tasso del 15,2% contro una media UE dell’11%, peggio solo la Romania con il 19,4%. Numeri che certificano una fragilità ancora profonda, con ricadute dirette su produttività, demografia e coesione sociale. Secondo l’analisi del Centro Studi Conflavoro, la responsabilità della condizione legata ai giovani NEET è il risultato di un concorso di fattori strutturali. Il primo fattore è di origine familiare e sociale, che pesa per circa il 40% sulla probabilità di inattività prolungata: il contesto socio-economico di provenienza incide direttamente sulle possibilità di investimento in istruzione, sull’orientamento e sulla capacità di affrontare i periodi di transizione. Il sistema educativo incide per un ulteriore 30% sull’abbondanza dei giovani NEET, soprattutto a causa dell’inefficacia dell’orientamento e dello skill mismatch, che in Italia comporta una penalizzazione salariale media del 9%. Il mercato del lavoro in sé pesa per il 20%, con barriere in ingresso elevate, precarietà eccessiva e scarsa qualità delle prime offerte occupazionali. Infine, i fattori psicologici incidono per il 10%, con un 17,4% di giovani NEET che ha smesso di cercare lavoro per rassegnazione, percentuale che arriva fino al 39,7% nelle grandi aree metropolitane. La crisi nel passaggio tra formazione e lavoro Uno degli elementi più critici riguarda proprio la fase di transizione dalla formazione al lavoro. La condizione dei giovani NEET non colpisce prevalentemente le età più basse: il tasso più elevato si registra nella fascia 25-29 anni, dove si arriva al 25,2%. Questo dimostra che il problema non è solo l’abbandono scolastico, che interessa il 10,1% dei giovani tra 15 e 19 anni, ma soprattutto l’incapacità del sistema di assorbire manodopera anche qualificata, scoraggiando i giovani adulti nel momento più delicato del loro percorso professionale. A ciò si aggiungono forti divari territoriali e una maggiore incidenza del fenomeno dei giovani NEET tra le donne. La nuova Giornata nazionale per il contrasto all’inattività In questo scenario si inserisce l’audizione di Conflavoro alla Camera dei Deputati la proposta di legge A.C. 2508, alla quale ha partecipato Irene Botta, responsabile delle Relazioni istituzionali di Conflavoro. la pdl, su iniziativa dell’on. Walter Rizzetto, presidente dell’XI Commissione Lavoro a Montecitorio, punta a istituire la Giornata nazionale per il contrasto dell’inattività giovanile, fissandola al 9 luglio. Una ricorrenza che non avrà carattere simbolico, ma operativo, con il coinvolgimento di scuole, università, servizi per l’impiego, imprese, terzo settore ed enti territoriali. La Giornata sarà accompagnata da campagne di comunicazione e progetti sociali permanenti, per intercettare soprattutto i giovani più lontani dai canali istituzionali e costruire un percorso continuo di attivazione. Le 5 proposte di Conflavoro con l’AI al centro Accanto al giudizio positivo sul provvedimento, Conflavoro ha avanzato una serie di proposte operative per arginare il fenomeno dei giovani NEET. La prima riguarda l’introduzione nei programmi scolastici di moduli sui fondamenti di management e imprenditorialità, per offrire agli studenti competenze di base utili a comprendere il funzionamento del sistema produttivo e ad orientare in modo consapevole le proprie scelte future. La seconda proposta prevede l’istituzione della piattaforma nazionale “NEET-Finder AI”, uno strumento basato su intelligenza artificiale in grado di intercettare precocemente i giovani a rischio inattività, attivando interventi personalizzati attraverso scuole, comuni e servizi per l’impiego. Una terza proposta riguarda l’introduzione di tutor digitali basati su AI generativa per l’orientamento, l’assistenza nella redazione del curriculum e la preparazione ai colloqui di lavoro. Conflavoro ha inoltre proposto il rafforzamento delle partnership pubblico-private per lo sviluppo di strumenti di intelligenza artificiale nei Centri per l’Impiego, al fine di migliorare l’incontro tra domanda e offerta di lavoro e rendere più efficaci le politiche attive. Infine, è stato proposto dall’associazione guidata d Roberto Capobianco un pacchetto di interventi sociali dedicati ai NEET più fragili, con l’introduzione della figura dell’Operatore Sociale di Prossimità, un modello di orientamento basato su dati pubblici su occupabilità e retribuzioni e un Contributo di Attivazione Sociale condizionato a percorsi di riattivazione psico-sociale. L’obiettivo è chiaro: trasformare un’emergenza strutturale in una leva di sviluppo, attivando un sistema integrato tra scuola, famiglia, imprese e istituzioni. Per Conflavoro, il contrasto all’inattività giovanile non è solo una questione sociale, ma una priorità economica e produttiva per la tenuta del sistema Paese. Leggi la memoria integrale di Conflavoro presentata in audizione La tua crescita passa da una nostra sede Cerca la più vicina a te Tanti vantaggi in una tessera associativa Iscriviti ora Tanti vantaggi in una tessera associativa Iscriviti ora Scopri le altre nostre convenzioni Condizioni agevolate agli associati Conflavoro PMI Leggi tutto 10% di sconto sui tuoi viaggi Leggi tutto Gestione delle risorse umane in un clic Leggi tutto 30% di sconto sulle tariffe web Leggi tutto