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La settimana politica: le idee del Governo sulla nuova legge per le elezioni politiche

La tornata regionale ha riaperto il dibattito circa la necessità d’intervenire sulla legge elettorale, tema sensibile in vista delle prossime elezioni politiche

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Con il voto in Campania, Puglia e Veneto si è concluso il ciclo delle elezioni regionali 2025, restituendo un quadro politico sostanzialmente confermato rispetto agli equilibri preesistenti. La coalizione di centrosinistra, insieme al M5S, mantiene la guida di Toscana, Campania e Puglia, mentre il centrodestra continua a presidiare Calabria, Marche e Veneto.

Nel dettaglio del voto del 23 e 24 novembre, le elezioni in Campania hanno visto consolidare il fronte progressista: Roberto Fico raggiunge quasi il 60% e distanzia nettamente il candidato di centrodestra Edmondo Cirielli, fermo poco sopra il 35%. Anche in Puglia la competizione si chiude con un margine ampio: Antonio Decaro supera il 63%, mentre lo sfidante del centrodestra Luigi Lobuono resta nella fascia del 35%. Il M5S, con il 7%, contribuisce stabilmente alla performance complessiva della coalizione. Scenario opposto in Veneto, dove il centrodestra ottiene una vittoria senza incertezze: il leghista Alberto Stefani supera il 64%, lasciando il candidato del centrosinistra Giovanni Manildo sotto il 30%. 

Elezioni, si riaccende il confronto sulla nuova legge

L’esito della tornata regionale ha riportato al centro del dibattito la necessità di intervenire sulla legge elettorale nazionale, tema sensibile in vista delle elezioni politiche del 2027. L’attuale impianto rischia di produrre, secondo diverse simulazioni, un Parlamento in cui il primo partito o la prima coalizione non dispongono automaticamente di una maggioranza di seggi, anche con un vantaggio significativo in termini di voti.

Non sorprende, quindi, che all’interno del centrodestra il confronto si sia fatto più serrato dopo il voto di novembre: le proiezioni mostrano come il cosiddetto campo largo possa risultare competitivo in molti collegi del Mezzogiorno, riducendo la probabilità di una vittoria larga del centrodestra a livello nazionale. 

La maggioranza punta a svolgere le elezioni con un sistema proporzionale con premio di maggioranza attribuito in un unico turno, ma la giurisprudenza della Corte costituzionale impone soglie minime inderogabili. Se tali requisiti non fossero raggiunti, si aprirebbe un bivio: per il centrodestra sarebbe preferibile la pura proporzionale, mentre il centrosinistra spingerebbe per un ballottaggio. Sullo sfondo, ancora irrisolta, la questione dell’indicazione preventiva del candidato premier.

Centrosinistra: sfida per la leadership, verso Atreju

Non solo elezioni. Nel clima pre-2027, un altro tassello rilevante è la decisione di Elly Schlein e Giuseppe Conte di partecipare ad Atreju, la manifestazione annuale di Fratelli d’Italia. Apparentemente un confronto diretto con la premier Giorgia Meloni, l’iniziativa rivela invece un sottotesto evidente: la competizione interna al campo progressista per la futura candidatura a Palazzo Chigi.

Schlein accetta l’invito chiedendo un dialogo diretto con Meloni, con l’intento di posizionare il Partito Democratico come fulcro dell’alleanza. La premier, dal canto suo, rilancia proponendo un confronto che includa Giuseppe Conte. L’ex premier risponde dichiarandosi a sua volta pronto al confronto a tre, trovando però una replica di Schlein – rivolta direttamente a Meloni – che non sembra lasciare spazio a un eventuale dibattito allargato.

Nel frattempo, la segretaria dem ha rilanciato il ruolo centrale del PD durante la tre-giorni di Montepulciano, dedicata alla discussione tra le varie correnti e alla definizione della linea politica.

Meloni all’Assemblea Nazionale di Noi Moderati

Parallelamente, si è chiusa a Roma la seconda Assemblea nazionale di Noi Moderati, dal titolo “La forza della responsabilità”, una tre-giorni di confronti e tavole rotonde che ha riunito rappresentanti del partito e ospiti di altre forze politiche.

La premier Giorgia Meloni è intervenuta dal palco, sottolineando il rapporto costruttivo con la comunità di Noi Moderati e il contributo fornito alla linea del Governo. Nel suo intervento ha richiamato l’esigenza di una politica orientata ai risultati, e ha ribadito le priorità delle prossime riforme, in particolare giustizia e premierato, collocandole nel quadro più ampio dell’azione dell’Esecutivo.

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