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Albania, Conflavoro incontra l’on. Taulant Balla: dialogo per le PMI italiane

Una missione ad alto valore strategico ha portato Conflavoro a Tirana: al centro, rapporti bilaterali e nuove prospettive di cooperazione tra Italia e Albania

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Una missione ad alto valore strategico ha portato nello scorso weekend Conflavoro a Tirana, con l’obiettivo di rafforzare i rapporti bilaterali e aprire nuove prospettive di cooperazione tra Italia e Albania. La delegazione, guidata dal presidente nazionale Roberto Capobianco e composta dai dirigenti territoriali Erion Begaj, Enrico Fantini, Corrado Della Vista, Albano Gimmi Viscioni, Emanuele Paternò, Sergio Muccilli e Donato Depascale – ciascuno in rappresentanza di settori specifici – ha partecipato all’evento “Albania ponte di opportunità: investimenti strategici per il futuro”, che ha riunito istituzioni, imprese e professionisti dei due Paesi.

L’evento è stato organizzato e promosso da ADCAI – Associazione Dottori Commercialisti Albanesi in Italia, IUYA– International Union Young Accountants, UNGDCEC – Unione Nazionale Giovani Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili e Fondazione Centro Studi UNGDCEC.

L’incontro con l’on. Taulant Balla e la formazione dei lavoratori

Al di là del significativo evento, il momento più rilevante della missione è stato l’incontro con l’on. Taulant Balla, già ministro degli Interni e oggi figura di primo piano nei rapporti economici e istituzionali. Al centro del dialogo, i legami commerciali che da sempre uniscono Italia e Albania, con l’Italia che si conferma principale partner per Tirana. È stata l’occasione per affrontare temi centrali come il Piano Mattei e le possibilità di collaborazione in ambito formativo, soprattutto per quanto riguarda i lavoratori stagionali albanesi che possono trovare impiego in Italia nei settori più carenti di manodopera.

“Formazione, occupazione e collaborazione istituzionale sono i tre pilastri su cui costruire un percorso che garantisca crescita economica per le imprese, regolarità dei flussi di lavoro e tutela dei diritti dei lavoratori. L’incontro con l’on. Balla ci conferma che l’Italia e l’Albania hanno una visione comune, fondata sulla volontà di sviluppare insieme nuove opportunità”, ha dichiarato Roberto Capobianco.

La delegazione di Conflavoro, oltre al bilaterale con l’on. Balla, ha preso parte a una serie di incontri istituzionali di rilievo, tra cui quello con il viceministro degli Esteri albanese, Silda Cepe, nella sede del dicastero. Per l’occasione, il focus è stato sulla diplomazia economica, intesa come strumento per attrarre investimenti e per avvicinare sempre di più le imprese dei due Paesi.

Verso la nascita di Conflavoro Albania

È in questa sede che Capobianco ha annunciato la nascita di Conflavoro Albania a Tirana: una nuova realtà che fungerà da ponte stabile tra le PMI italiane e quelle albanesi, offrendo un presidio diretto per supportare le attività di internazionalizzazione.

La scelta di aprire una sede in Albania rappresenta un passaggio naturale nella strategia di Conflavoro. Non solo per consolidare il ruolo dell’Italia come partner privilegiato, ma anche per favorire l’ingresso di aziende albanesi nel mercato italiano. L’obiettivo è creare un flusso di investimenti bidirezionale, capace di rafforzare entrambe le economie e di generare opportunità di lavoro e sviluppo.

“Le piccole e medie imprese italiane non possono restare isolate in un contesto globale che richiede coraggio e visione” ha aggiunto Capobianco. “Conflavoro Albania sarà un punto di riferimento stabile, capace di supportare gli imprenditori italiani che guardano ai Balcani e, allo stesso tempo, attrarre realtà albanesi interessate a crescere in Italia. È questa la vera internazionalizzazione: uno scambio reciproco, in cui le PMI diventano protagoniste di un progetto di lungo periodo”.

L’apertura di Conflavoro Albania e il dialogo avviato dall’associazione con le massime cariche istituzionali albanesi segnano dunque l’inizio di una nuova fase. Una fase in cui le relazioni tra i due Paesi si rafforzeranno non solo sul piano commerciale, ma anche sul terreno formativo, culturale e sociale, dando vita a un modello di cooperazione che guarda al futuro con pragmatismo e fiducia.

 

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