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Centro Studi Conflavoro PMI: “Cigd e Fsba poco efficienti, serve ammortizzatore unico”

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I risultati presentati al sottosegretario al Lavoro Tiziana Nisini insieme con la proposta di Conflavoro di riforma degli ammortizzatori

Il Centro Studi Conflavoro Pmi ha svolto un’indagine relativa all’efficienza degli ammortizzatori sociali su un campione nazionale di 1529 soggetti tra rappresentanti di aziende, lavoratori autonomi e consulenti del lavoro. Ne è emerso che, durante la fase Covid, la Cigo è stato lo strumento più efficiente, seguito in ordine da Fis, cassa in deroga e Fsba, che si attesta in ultima posizione.

I risultati dell’indagine (leggili qui) sono stati presentati negli scorsi giorni al sottosegretario al Lavoro Tiziana Nisini dal presidente di Conflavoro Pmi, Roberto Capobianco insieme con la proposta di riforma degli ammortizzatori in senso universalistico elaborata dall’associazione.

 

Capobianco: “Trattamenti minimi con ammortizzatore di base”

Appurato un giudizio complessivamente negativo sulla congruità dei pagamenti erogati attraverso tutti e quattro gli ammortizzatori considerati, la cassa in deroga, probabilmente per la complessità dell’istruttoria regionale, e il fondo Fsba hanno ricevuto valutazioni di estrema inefficienza, oltre ad aver registrato un percentuale di circa il 90% di votanti che ritiene che tali strumenti siano da migliorare o riformare interamente.

“Alla luce di quanto emerso dall’indagine – evidenzia Roberto Capobianco – è evidente l’urgenza di porre rimedio all’eccessiva frammentarietà, parzialità e inadeguatezza che contraddistinguono il sistema degli ammortizzatori sociali. Per questi motivi, in tutte le sedi e a tutti i livelli istituzionali, Conflavoro PMI sta già rappresentando una proposta di riforma dell’attuale modello che miri a far fronte all’instabilità del mercato del lavoro, delle dinamiche occupazionali e, soprattutto, agli impatti sociale di eventuali future crisi”.

“Conflavoro Pmi ribadisce la necessità di riconoscere ai lavoratori di tutti i settori economici, in caso di riduzione o sospensione del rapporto di lavoro, dei trattamenti minimi attraverso un ammortizzatore sociale di base, come ad esempio la stessa cassa integrazione ordinaria e, al contempo, la possibilità di ricorrere a fondi di solidarietà bilaterali complementari che garantiscano l’erogazione di trattamenti integrativi”.

“L’universalità dello strumento, la cui gestione verrebbe affidata a un unico ente previdenziale, garantirebbe maggiore interconnessione e uniformità di trattamento tra tutti i lavoratori. Così facendo – conclude Roberto Capobianco – si andrebbe a superare l’attuale approccio che trascura la stratificazione del sistema produttivo nazionale e le difficoltà, in termini gestionali, che riscontrano soprattutto le piccole e medie imprese.

 

I principali risultati dell’indagine in sintesi

Fondo di Solidarietà Bilaterale dell’Artigianato (FSBA)

Il 57,6% dei partecipanti al sondaggio ha classificato le procedure di richiesta del trattamento di integrazione salariale come per niente semplici e veloci, il 32,5% come moderatamente semplici e veloci e solo il 10,1% come estremamente semplici e veloci. Per quanto riguarda, invece, i tempi di accredito degli importi erogati, il 73,4% li ha considerati per niente rapidi e tempestivi, il 22,3% moderatamente rapidi e tempestivi e il 4,3% estremamente rapidi e tempestivi.

 

Cassa integrazione guadagni ordinaria (CIGO)

Circa le procedure di richiesta, il 46% dei partecipanti le ha considerate per niente semplici e veloci, il 43,9% moderatamente semplici e veloci e il restante 10,1% estremamente semplici e veloci. Sui tempi di accredito, invece, il 56,8% li ha reputati per niente rapidi e tempestivi, il 38,8% moderatamente rapidi e tempestivi e il 4,3% estremamente rapidi e tempestivi.

 

Cassa integrazione guadagni in deroga (CIGD)

Le procedure di richiesta sono state per niente semplici e veloci per il 45,3% dei partecipanti, moderatamente semplici e veloci per il 48,2% e estremamente semplici e veloci per il 6,5%. Per quel che concerne i tempi di accredito, invece, il 61,2% li ha classificati per niente rapidi e tempestivi, il 36% moderatamente rapidi e tempestivi e il 2,9% estremamente rapidi e tempestivi.

 

Fondo di Integrazione Salariale (FIS)

Per quanto riguarda il FIS, infine, il 46,8% ha considerato per niente semplici e veloci le procedure di richiesta del trattamento, a fronte del 45,3% di coloro che le hanno considerate moderatamente semplici e veloci e del 7,9% che le ha valutate come estremamente semplici e veloci. Circa i tempi di accredito, per il 64,7% sono stati per niente rapidi e tempestivi, per il 30,9% moderatamente rapidi e tempestivi e per il 4,3% estremamente rapidi e tempestivi.

 

Leggi e scarica l’indagine integrale

 

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