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Reddito cittadinanza e Quota 100, ok del governo – Scarica la scheda informativa

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Sette mesi di trattative interne alla maggioranza e il braccio di ferro con Bruxelles sui conti. Ma i capisaldi del contratto di governo sono stati infine messi nero su bianco

Sono bastati pochi minuti iera sera (17 gennaio) al Consiglio dei ministri per dare il via libera al maxi-decreto su reddito di cittadinanza e Quota 100. Un iter, quello vissuto in sette mesi dai due capisaldi del contratto di governo giallo-verde, oggettivamente non lungo, ma di certo travagliato. “Fondiamo un welfare State al passo con l’Europa – rilancia il presidente Giuseppe Conte – con una rivoluzione del mondo del lavoro. Non solo promesse elettorali, ma un progetto di politica economica e sociale”.
 
 

Reddito di cittadinanza? A esaurimento mensile

In attesa della pubblicazione del testo in Gazzetta Ufficiale, il ministro Luigi Di Maio chiarisce che la misura bandiera del Movimento 5 Stelle non è un regalo al Sud e isole (dove il M5S ha un altissimo consenso) ma riguarderà di pari grado anche il Centro Italia: 53% di interessati nel primo caso, 47% nel secondo.

E, soprattutto, sottolinea che i limiti per poterne usufruire saranno, infine, molto più stringenti almeno rispetto a quanto preventivato fino alla crisi con Bruxelles sul deficit al 2,4%. Anche, a conti fatti, per evitare abusi e applicare subito un giro di vite per chi proverà a godere del sostegno pur non avendo le carte in regola per farlo.

“Non converrà rifiutare la prima offerta di lavoro – spiega il ministro – perché la seconda può essere più lontana e la terza in tutta Italia. E ancora, il reddito non sarà cumulativo e infatti “chi non spenderà entro il mese i soldi con la card li perderà”.
 

Quota 100 da 22 miliardi

E’ questo il valore dell’investimento sulla Quota 100, cavallo di battaglia della Lega alternativo alla riforma Fornero. Quota 100, come noto, da raggiungere con la somma di 62 anni di età e 38 di contributi. Per i lavoratori privati che hanno maturato i requisiti entro il 31 dicembre 2018, le porte della pensione si aprono il 1° aprile 2019. Le finestre scattano ogni tre mesi dal raggiungimento dei requisiti. Per i lavoratori pubblici, invece, prima finestra utile a partire dal 1° agosto 2019 e poi ogni sei mesi dal raggiungimento dei requisiti.

Quota 100, spiega l’esecutivo, riguarderà un milione di persone nel triennio 2019-2021. Inoltre, con il Fondo bilaterale per il ricambio generazionale, sarà possibile andare in pensione tre anni prima di Quota 100 a patto che vi sia una contestuale assunzione. C’è anche la cosiddetta ‘Opzione donna’: significa che le lavoratrici possono andare in pensione a 58 anni se dipendenti o a 59 anni se autonome qualora abbiano almeno 35 anni di contributi al 31 dicembre 2018.

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