La settimana politica: Atreju, Zelensky e l’inchiesta su Mogherini

Dal 6 al 14 dicembre torna ai Giardini di Castel Sant’Angelo la 26esima edizione di Atreju, la manifestazione di FdI e della destra italiana che quest’anno propone l’edizione più lunga di sempre, dal titolo “Sei diventata forte – L’Italia a testa alta”.

Gli ospiti di Atreju

In programma ad Atreju 82 panel e oltre 400 ospiti, tra politica, dibattiti sull’attualità e numerosi esponenti del mondo dello spettacolo, con l’intervento del Premier Meloni a chiusura della manifestazione nella giornata di domenica 14 dicembre. Figurano, tra gli altri, il confronto tra Gianfranco Fini e Francesco Rutelli, la presenza di figure internazionali come Abu Mazen e l’ex ostaggio israeliano rapito il 7 ottobre Rom Braslavski.

Tra i rappresentanti della politica italiana ad Atreju, oltre ai Vicepremier, ai Ministri e ai Presidenti di Camera e Senato, ci saranno diversi leader dell’opposizione: Giuseppe Conte, Matteo Renzi, Carlo Calenda e Angelo Bonelli.

Non ci sarà invece la segretaria del PD Elly Schlein, inizialmente disponibile a partecipare solo in presenza di un confronto diretto con la Premier. Meloni aveva dato il proprio assenso, proponendo di estendere il dibattito anche a Conte, che aveva accettato; Schlein ha poi scelto di rinunciare, e presenzierà all’assemblea del PD all’Antonianum.

L’inchiesta su Mogherini

In Europa, l’ex Alto rappresentante UE Federica Mogherini è stata coinvolta in un’indagine della Procura europea (EPPO) legata a presunte irregolarità nella gestione di appalti destinati alla formazione dei futuri diplomatici dell’Unione. L’inchiesta riguarda i bandi 2021-2022 dell’Accademia diplomatica europea, con ipotesi di frode, corruzione, conflitto di interessi e violazione del segreto professionale.

Mogherini è stata fermata a Bruxelles e successivamente rilasciata, rimanendo comunque formalmente indagata; subito dopo ha rassegnato le dimissioni dal ruolo di rettore del College of Europe e dalla guida dell’Accademia diplomatica UE. 

Il tour diplomatico di Zelensky: oggi a Roma

Nel frattempo Volodymyr Zelensky prosegue il suo tour europeo. Dopo aver incontrato i vertici dell’UE, il segretario generale della NATO Mark Rutte a Bruxelles e poi Starmer, Merz e Macron a Londra, oggi torna in Italia per due incontri chiave: prima a Castel Gandolfo, per l’udienza con Papa Leone XIV, e nel pomeriggio a Palazzo Chigi dal Presidente del Consiglio Meloni. La posizione italiana continua a puntare sulla necessità di una pace giusta e duratura, fondata su una forte coesione tra partner europei e Stati Uniti.

Ci si aspetta che nell’incontro bilaterale Meloni ribadirà il sostegno all’Ucraina anche sul piano militare nel 2026, un impegno legato al decreto armamenti rinviato la scorsa settimana per le resistenze della Lega e che potrebbe arrivare nell’ultimo Consiglio dei ministri dell’anno, ipotesi confermata anche dal Ministro Tajani.

Più complessa appare invece la valutazione sull’eventuale adesione italiana al programma per l’acquisto di armamenti statunitensi da destinare a Kiev, mentre Governo e Farnesina stanno predisponendo l’invio di generatori prodotti da imprese italiane, utili a fronteggiare le emergenze causate dagli attacchi russi alle infrastrutture energetiche.

Zelensky, in un’intervista a Bloomberg, ha dichiarato che dopo i colloqui a Londra, Bruxelles e Roma i partner europei avranno una posizione comune e che lui è pronto a recarsi negli Stati Uniti se Donald Trump accetterà l’incontro. Oggi l’Ucraina condividerà con Washington una versione aggiornata del suo piano di pace, ridotto da 28 a 20 punti dopo l’eliminazione degli elementi ritenuti anti-ucraini.