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Burocrazia devastante, Conflavoro PMI: “Basta promesse vuote, lo Stato non abbandoni le imprese”

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Il presidente Capobianco: “Non accettiamo la resa della politica a una burocrazia pachidermica”


La burocrazia nella Pubblica amministrazione, per stessa ammissione del Senato, è allo sbando: una selva legislativa che, invece di snellire il sistema a favore di imprese e cittadini, negli anni è riuscita a renderlo ancora più ingestibile.


Per
Roberto Capobianco, presidente nazionale di Conflavoro PMI, la situazione è sconcertante: “Prendiamo atto che in Italia non si vuole tendere la mano alle imprese. La semplificazione burocratica, insieme alle questioni su tasse e costo del lavoro, è il cardine principale per rilanciare le imprese e quindi l’economia, ma non viene fatto nulla al riguardo. Le PMI sono come delle famiglie, noi di Conflavoro ne siamo convinti. E come ci si comporta in una famiglia quando i conti non tornano? Ci si mette intorno al tavolo con tutti gli interessati e si discute su come affrontare il problema trovando delle soluzioni”.


“Conflavoro PMI, dunque e a nome di tutti i suoi imprenditori associati, è pronta a dare la propria
disponibilità ad aprire e a partecipare a nuovi tavoli di lavoro. Pretendiamo spiegazioni sui motivi per i quali la situazione è sfuggita di mano alla politica. E chiediamo che a questi tavoli partecipino le associazioni oggi davvero presenti sul territorio, quelle nuove e lontane da certi schemi. In sostanza quelle associazioni che, come Conflavoro PMI, lavorano assiduamente per far ripartire l’economia italiana. Non vogliamo che a questi tavoli siano invitate soltanto le storiche e vecchie realtà associative ormai assuefatte a certi modi di fare”.


La visione di Conflavoro PMI
– “Quello che proponiamo – spiega Capobianco – è semplice e percorribile. Innanzitutto serve eliminare la presenza di tutte quelle figure che potremmo definire passacarte, che alimentano il sistema della corruzione e ostruiscono la strada alle imprese. Bisogna istituire un interlocutore unico, esperto e superpartes cui imprese e cittadini possano fare riferimento per quanto riguarda i rapporti col fisco e gli altri organismi legati all’economia. E, naturalmente, come il Governo consiglia alle imprese di conformarsi ai dettàmi della Quarta rivoluzione industriale, le imprese chiedono alla politica il buon esempio adeguando il sistema informatico e digitale del pubblico per garantire servizi digitali efficienti”.


“Le PMI, infatti, dal 2006 a oggi, nonostante la crisi e la burocrazia disastrosa, stanno utilizzando criteri interni di gestione più snelli, si affidano ai sistemi informatici per semplificare le procedure e ripartire. Sistemi informatici, beninteso,
utilizzati in modo proficuo. Anche lo Stato e gli enti locali usano i sistemi informatici, che peraltro costano ai contribuenti milioni di euro ogni anno, ma lo fanno in modo inidoneo, è sotto gli occhi di tutti. Serve una svolta subito, è finito il tempo delle promesse. Oggi infatti – avverte Capobianco – non basta una mera presa di coscienza del Senato sugli errori dilettanteschi compiuti dalla politica stessa lungo la strada dello snellimento burocratico. Oggi è il momento di fare e fare bene”.


“Oltretutto – fa infine notare il presidente di Conflavoro PMI – per arrivare a scrivere un apposito dossier sui propri passi falsi, a Palazzo Madama nemmeno si rendono conto di aver aggiunto altre carte e altre spese a quelle, enormi, già esistenti. Si tratta di un paradosso continuo, davvero assurdo:
per affermare che la burocrazia italiana è devastante, hanno bisogno di appesantirla ancora di più. Una situazione degenerata anno dopo anno. Atti di incompetenza che hanno solo portato a una struttura pachidermica”.

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