Nel DEF sarà prioritaria anche la lotta alla corruzione. Lo chiede l’Europa, ma sono promesse fatte pure da Salvini e Di Maio. Sarà il nuovo governo a occuparsene
L’Unione Europea disposta allo slittamento dei tempi
Servono circa 12 miliardi e mezzo di euro solo per evitare l’aumento dell’Iva nel 2019. Altri 19 per il 2020. E’ questa la grana con cui inizia il ciclo annuale di finanza pubblica tramite la presentazione del DEF. Il Documento di Economia e Finanza, che per legge deve essere presentato ogni anno entro il 10 aprile, dovrebbe essere inviato a Bruxelles entro il 30 aprile 2018, anche se l’Europa, viste le recenti elezioni politiche italiane, è disposta a chiudere un occhio sui tempi.
Il cerino del DEF resta in mano al nuovo, ancora inesistente, governo
Del DEF se ne è occupato il governo Gentiloni, ancora in carica fino alla formazione del prossimo esecutivo, con il ministro Pier Carlo Padoan. Tutte le parti politiche al tavolo, comprese Lega e Movimento 5 Stelle, concordano però sulla priorità di annullare la maggiorazione dell’Iva prevista dalle clausole di salvaguardia.
Cos’è il Documento di Economia e Finanza
Il DEF si suddivide in tre parti: Programma di stabilità, Analisi e tendenze della finanza pubblica e Programma nazionale di riforma. Le tre sezioni, rispettivamente, si concentrano sulla riduzione del debito pubblico, sulla previsione del saldo di cassa statale e sulle indicazioni delle coperture e, infine, sull’indicazione dello stato di avanzamento delle riforme che vanno a incidere sulla competitività del Paese.
La prima e la terza parte del DEF dovranno essere elaborate dal nuovo governo. In particolare la terza sezione è piuttosto spinosa. Il prossimo ministro di Economia e Finanza, infatti, dovrà fornire all’Unione Europea rassicurazioni circa gli squilibri macroeconomici del Paese.
Vi pregherei di smettere di trattare temi di macroeconomia come debito pubblico e deficit di bilancio se non si conosco a fondo tali tematiche. Mi rendo conto che nessuno studia la finanza pubblica altrimenti sarebbe (concetto elementare) che il debito pubblico non rappresenta affatto un problema, ma rappresenta al centesimo la ricchezza del settore privato composto da famiglie ed aziende e la sua riduzione determina esclusivamente un impoverimento per tutto noi. Il debito pubblico durante le crisi economice va ampliato e non ridotto, come ovviamente hanno fatto gli USA ed altre nazioni che conoscono il funzionamento corretto della finanza pubblica.