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Riordino incentivi, Conflavoro PMI in Senato: “Siano stabili e premino i risultati con parametri certi di valutazione”

Tra le proposte di Conflavoro PMI sulla revisione del sistema di incentivi alle imprese, la creazione di un legame col raggiungimento di determinati obiettivi

Riordino degli incentivi per le imprese: secondo Conflavoro PMI è necessario creare un legame tra l’incentivazione e il raggiungimento di determinati obiettivi, prevedendo l’estensione dei meccanismi premiali a quelle imprese che intendano investire in termini di sostenibilità ambientale, efficientamento energetico, incremento occupazionale, ricerca e sviluppo, sicurezza sul lavoro e formazione a fini aziendali o di inserimento in organico di nuove risorse. Lo ha proposto oggi in audizione alla 9° commissione del Senato Irene Botta, responsabile Relazioni istituzionali di Conflavoro PMI, affiancata da Francesco Lombardi di Innova Finance, partner dell’associazione in materia di finanza agevolata.

“Incentivi siano strutturati per facilitare pianificazione aziendale”

“Bene la riduzione e semplificazione degli incentivi, mettendo al centro l’inclusione e il superamento del divario Nord-Sud – spiega Botta – oltreché la coesione tra i vari livelli amministrativi previsti dalla riforma, ma si può fare di più. Per efficientare davvero il sistema riteniamo sia necessario stabilizzare gli incentivi e individuare i settori strategici su cui concentrare le risorse, consentendo quindi un’adeguata pianificazione degli investimenti aziendali. Servirebbe anche a scongiurare le distorsioni di mercato legate all’uso/abuso di forme di incentivazione poco o mal regolate, basti vedere quanto accaduto col Superbonus”.

Necessario introdurre parametri di valutazione per certificare obiettivi

A supporto delle posizioni di Conflavoro PMI, i dati elaborati da Innova Finance. Secondo la ricerca, per le imprese che sfruttano mediamente i contributi in modo strutturale e non a spot, 35 mila euro di agevolazione favoriscono l’incremento di un posto di lavoro, così come per ogni euro di contributo si ha mediamente un incremento di fatturato di 5,90 euro.

“Come dimostra la ricerca – spiega Francesco Lombardi – tante piccole agevolazioni, spesso anche difficili da rintracciare, non aiutano lo sviluppo dell’impresa. Viceversa, un singolo incentivo chiaro e strutturato, vedi Industria 4.0, favorisce una crescita esponenziale degli investimenti e dell’acquisto di beni digitali, automatici ed interconnessi, stimolando la capacità dell’impresa di crescere a 360 gradi in virtù del sostegno premiante individuato nell’agevolazione. L’aumento degli investimenti dal 2017 dimostra infatti che l’impresa è in grado di investire e lo fa se viene aiutata. Per far ciò è però necessario introdurre parametri di valutazione per certificare l’obiettivo, ottenendo al contempo maggiore chiarezza e un facile monitoraggio dei risultati”.

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