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Recovery plan: le proposte Conflavoro su digitale, infrastrutture e salario minimo

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Piano nazionale di ripresa e resilienza, ecco il contributo elaborato dagli esperti dell’associazione guidata da Roberto Capobianco

Conflavoro Pmi è stata chiamata a dare il proprio contributo in sede di Commissioni riunite della Camera dei Deputati relativamente al PNRR – il piano nazionale di ripresa e resilienza. “Abbiamo sottolineato l’esigenza che il Parlamento appronti delle normative realmente a sostegno del mondo delle imprese – sottolinea il presidente Roberto Capobianco – con immediata concessione di incentivi, benefit e soprattutto elargizione di risorse a fondo perduto che sappiano sostenere quello che, a tutti gli effetti, è il motore produttivo del paese. Conflavoro ha fatto presente come tali tipi di soluzioni non siano da considerarsi ‘regali’ agli imprenditori, bensì strumenti necessari a sopperire a quanto il Covid ha causato come perdite incolpevoli alle imprese Italiane”.
 

Digitalizzazione

Avendo il PNRR degli scopi precisi, Conflavoro ha sottolineato come in tema di digitalizzazione sia indispensabile che le imprese – soprattutto le Pmi di ogni dimensione strutturale esse siano – possano usufruire di totale defiscalizzazione o decontribuzione per ogni loro investimento nel comparto. “Parimenti la Pubblica Amministrazione – sottolinea il presidente – deve essere efficiente, celere, digitalmente al passo con i tempi così da accelerare tutte quelle procedure che sono necessarie alle aziende italiane per lavorare con profitto e risultato. Le aziende vogliono digitalizzarsi, ma non si può far gravare su loro costi ulteriori. La P.A. deve assolutamente essere più rapida nelle risposte e un apparato più tecnologico farà risparmiare costi e tempi a tutti”.

 

Infrastrutture

In tema di sviluppo infrastrutturale, Conflavoro ha poi nuovamente ribadito la necessità che lo Stato e tutti gli enti preposti investano in opere e progettualità che possano essere in grado di rendere più efficienti le nostre strade, la nostra rete informatica, le nostre ferrovie, non solo con riferimento a quelle di primario interesse, ma anche a quelle di uso comune o locale. Nel far questo, l’associazione ha evidenziato la necessità di come tali risorse possano produrre lavoro anche nelle piccole e medie imprese e non solo in quelle di grandi dimensioni, e come altresì tutte le opere debbano essere portate a termine con qualità e velocità.

 

Salario minimo

“I soldi devono produrre lavoro in tutte le aziende – conclude Roberto Capobianco – e i lavori devono essere controllati nel risultato e nel livello di riuscita. In tema di lavoro abbiamo ribadito la nostra contrarietà al salario minimo di 9 euro così come fino adesso proposto. Non si può pensare che i diversi settori che fino ad oggi risultano applicare contratti minimi più bassi possano alzare il livello della retribuzione e contribuzione senza vedersi aiutati negli sgravi, senza poter lavorare con più benefici e meno costo del lavoro complessivo. Diversamente facendo si vorrebbe solo la fine delle aziende italiane. Conflavoro ha inoltre insistito affinché si sostenga la fase della formazione e dell’inserimento scolastico sempre con attenzione ai costi ed ai benefici. Il lavoro passa dagli imprenditori e lo Stato non si può ricordare di loro solo quando li chiama a versare i contributi”.

 

Scarica il documento inviato alle preposte Commissioni del Senato

 

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