Breaking News Startup innovative: boom a nove zeri, ma i competitor esteri restano lontani mercoledì 20 Dicembre 2017 Array Breaking News Le startup alzano la testa grazie a incentivi, crowdfunding e meno burocrazia. Milano capitale Le startup e le PMI italiane innovative valgono 2 miliardi di euro. E’ questa la portata complessiva della loro produzione di beni e servizi registrata a giugno 2017. Il dato emerge dall’apposita relazione annuale a cura del ministero dello Sviluppo Economico e basata sullo ‘Startup Act’. Quest’ultimo è il piano d’azione previsto dal decreto legge 179/2012 per favorire il processo di creazione e crescita delle imprese innovative. Rete capillare, ma primeggia il Nord – A metà 2017 le startup e le PMI innovative in Italia erano 7.398. Oggi sono 8.315. Si tratta di un incremento costante dato che a dicembre 2013 il numero si attestava sulle 1.508 unità. Ogni provincia del Belpaese è sede di almeno una di queste società dallo status speciale. La capitale d’Italia per densità di startup innovative è Milano, dove ne sono presenti 1.207, il 14% del totale nazionale e il 62% della Lombardia (1.936), la Regione prima in classifica. A seguire Roma (654), Torino (273) e Napoli (198). La forza lavoro complessiva, invece, è di 46.107 persone tra soci e dipendenti. Il passaggio da startup a PMI innovativa – Per non perdere lo status di ‘innovativa’, una startup deve registrarsi come PMI nel momento in cui supera i limiti di età dalla costituzione, ossia 5 anni, oppure quelli di fatturato annuo. Ovvero quando quest’ultimo diventa maggiore di 5 milioni di euro. Circa il 40% delle imprese iscritte nell’apposita sezione del Registro come PMI innovativa è una ex startup innovativa. Di queste, nel 2016, le più performanti hanno fatturato un totale di 230 milioni di euro. Su 7.398 società, a giugno 2017 le piccole e medie imprese innovative italiane erano 565, comunque quasi il triplo (+177%) rispetto a un anno prima. A oggi, invece, su 8.315 totali sono 705. Gli incentivi – I prestiti bancari richiesti da chi vuol fondare una startup innovativa si aggirano sul mezzo miliardo di euro da quando, quattro anni fa, è stato attivato il Fondo centrale di garanzia a tutela pubblica del microcredito stanziato. Metà della cifra è stata finanziata nell’ultimo anno. Boom anche per il finanziamento dal basso. 109, infatti, le campagne di equity crowdfunding, di cui 59 riferite agli ultimi 12 mesi, per un totale di 12,5 milioni di euro raccolti. La costituzione digitale – In questo climax ha influito non poco la semplificazione massiccia della burocrazia necessaria alla costituzione delle startup. Adesso, infatti, in pochi passaggi è possibile creare la società sull’apposita piattaforma digitale. Il risparmio stimato si aggira sui 2 mila euro. La svolta digitale, peraltro, si è trascinata dietro polemiche in carta bollata col ricorso dei notai al Tar, poi bocciato. Il futuro? Tutto da scrivere – Il domani, comunque, non è automaticamente roseo per l’universo delle startup e PMI innovative italiane. Anzi è tutto da scrivere. Servono sicuramente nuovi incentivi e una visione continuamente rivisitata della questione. E’ impensabile, infatti, che un tema così caldo possa essere trattato una tantum dalle istituzioni e non sottoposto ad aggiornamenti costanti nel tempo. Anche coinvolgendo, perché no, quanti più enti pubblici e privati possibili nel sostegno alla creazione e alla promozione di queste società. Lo ‘Startup Act’ del 2012, in sostanza, dovrebbe essere sottoposto a revisione prima che diventi obsoleto. La posizione del Governo – Questa necessità si evince direttamente dalle parole di Stefano Firpo, direttore generale al Mise per la Politica industriale, la competitività e le PMI. “Siamo stati bravi a far nascere 10 mila startup – ha affermato presentando la relazione – ma ora si tratta di portarle sul mercato. Altrimenti rischiamo che queste realtà si rivolgano a mercati di capitali più attivi e meglio attrezzati del nostro per diventare grandi”. “Il nostro venture capital è in crescita – ha sottolineato Firpo – ma è incomparabile ai livelli non solo di Paesi molto avanzati come Usa, Israele e UK, ma anche di Paesi che si trovano a solo un’ora di volo dall’Italia. Questo è un problema su cui è necessario che sia dirottata l’attenzione politica. Qui ci giochiamo il futuro dell’industria e dell’innovazione in Italia”. Clicca qui per per la relazione 2017 completa. Clicca qui per la sintesi della relazione 2017. La tua crescita passa da una nostra sede Cerca la più vicina a te Tanti vantaggi in una tessera associativa Iscriviti ora Tanti vantaggi in una tessera associativa Iscriviti ora Scopri le altre nostre convenzioni 10% di sconto sui tuoi viaggi Leggi tutto Gestione delle risorse umane in un clic Leggi tutto 30% di sconto sulle tariffe web Leggi tutto Nexi, l'innovazione dei pagamenti digitali in Italia Leggi tutto