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Cartella esattoriale, interessi illegittimi se non motivati chiaramente

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Cassazione: interessi fisco sono nulli se contribuente non può verificare correttezza di calcolo

Conflavoro PMI ricorda che sono illegittimi gli interessi previsti nella cartella esattoriale qualora quest’ultima non indichi adeguatamente i criteri di calcolo utilizzati per stabilirli.

La conferma arriva da un’ulteriore sentenza della Cassazione (sez. civ. 6, n. 10481/2018), la quale rigetta un ricorso presentato dall’Agenzia delle Entrate avverso la sentenza 664/32/2018 della Commissione tributaria regionale della Campania.

Si tratta dell’ennesima occasione in cui la Cassazione si esprime sull’illegittimità degli interessi la cui formulazione non sia esplicitata. Nella stessa n. 10481/2018, infatti, la Corte rimanda a ulteriori precedenti citando le sentenze n. 8651/2009 e n. 15554/2017.

“Il motivo in esame – scrive la Cassazione – si pone in aperta contraddizione con il principio giurisprudenziale, più volte ribadito da questa Corte e dal quale non v’è ragione di discostarsi, secondo cui, «in tema di riscossione delle imposte sul reddito, la cartella di pagamento degli interessi maturati su un debito tributario dev’essere motivata […] dal momento che il contribuente dev’essere messo in grado di verificare la correttezza del calcolo degli interessi»”.

Dunque, come visto, è da tenere bene in mente che la mancata indicazione dei criteri di calcolo comporta un vizio di motivazione della cartella esattoriale. La quale, essendo un atto impositivo diretto a incidere sulla sfera patrimoniale del contribuente, deve essere adeguatamente motivata pena la sua nullità in relazione, chiaramente, ai soli interessi richiesti.

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