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Accordo Bruxelles-Roma al 2,04%: non ci sarà procedura di infrazione. Oggi maxi emendamento alla manovra

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Il premier Conte riferisce a palazzo Madama, poi arriverà la ‘vera’ legge di Bilancio blindata dalla fiducia. Esecutivo assicura che non ci saranno stravolgimenti

Non ci sarà la tanto temuta procedura di infrazione dell’Unione Europea nei confronti dell’Italia. Lo ha deciso poco fa ufficialmente il collegio dei commissari, che ha accettato un deficit calato al 2,04% rispetto al 2,4% iniziale tanto contestato. E’ stato quindi trovato l’accordo, annunciato in modo informale già ieri dal ministero dell’Economia e alle 13 il premier Conte riferirà a palazzo Madama. Subito dopo, sempre al Senato dove la legge di Bilancio ‘vecchia’ è in esame da alcuni giorni, sarà presentato un maxi-emendamento su cui il governo chiederà la fiducia.

Erano giorni decisivi, questi, per l’esecutivo Conte e l’obiettivo – duplice – era mantenere vive le promessi principali del contratto M5S-Lega pur andando incontro a Bruxelles e, chiaramente, evitare la procedura di infrazione con lo sguardo già fisso a maggio 2019. In quel mese, infatti, si svolgeranno le elezioni europee che potrebbero cambiare la composizione delle istituzioni europee in ottica più favorevole al governo giallo-verde.

 

Stessa platea di beneficiari per il reddito di cittadinanza

Ci saranno – a causa del ‘nuovo’ deficit’ – circa 4 miliardi complessivi in meno per il reddito di cittadinanza e quota 100, cui farà da contraltare un numero maggiore di dismissioni immobiliari per fare cassa. La platea dei beneficiari del reddito di cittadinanza, assicura il governo, resta immutata, ma la convinzione è che non tutti lo richiederanno, andando a portare un risparmio di circa 2 miliardi.

 

Quota 100 con finestre ‘allungate’

Per quanto riguarda la quota 100 (62 anni più 38 di contributi), l’uscita anticipata dal lavoro rispetto a quanto previsto dalla riforma Fornero sarà ridotta con l’aperture allungata delle finestre (ad esempio gli statali con requisiti maturati a marzo godranno della pensione da ottobre) e con alcuni paletti. Per il governo, inoltre, ‘solo’ l’85% degli aventi diritto deciderà di usufruire della quota 100.

Tasse alle imprese e taglio del costo del lavoro

 

Per quanto riguarda le tasse alle imprese, dal 2019 il Ddl Bilancio prevede un’aliquota unica al 15% per partite Iva e piccole imprese con redditi fino a 65mila euro. Dal 2020, è l’ipotesi, arriverà una seconda aliquota del 20% per i redditi da 65mila a 100mila euro. In tutto ciò, da non dimenticare l’abbattimento del costo del lavoro promesso dal governo partendo dall’abbassamento dei premi e contributi Inail. Non resta, adesso e anche se non sono previste sorprese, se e quanto il maxi-emendamento di oggi pomeriggio andrà a influire sui capisaldi del governo.

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