Nazionali Bolletta elettrica, il conto più salato lo pagano le Pmi lunedì 5 Dicembre 2016 Array Nazionali Nella classifica del costo dell’energia elettrica dell’Eurozona sono le piccole imprese italiane in cima per questo triste primato: i dati riferiti al I semestre del 2016 indicano per l’Italia un costo di 152,6 euro ogni mille KWh, il 22,8 per cento in più rispetto alla media dei Paesi Euro (124,3 euro ogni mille KWh). Ed è così che, ad esempio, le piccole imprese italiane pagano l’elettricità il 36,9 per cento in più rispetto al Belgio, il 38,1 per cento in più della Spagna, il 53,7 per cento in più della Francia e addirittura il 78,1 per cento in più rispetto ai Paesi Bassi. L’analisi puntuale sul costo dell’energia elettrica per le piccole imprese è stata condotta dall’Ufficio Studi della CGIA che ha esaminato i costi della fascia di consumo più rappresentativa per le piccole imprese (consumi elettrici compresi tra i 500 MWh e i 2.000 MWh annui). Perché le piccole imprese italiane pagano l’energia elettrica molto di più rispetto agli altri Paesi dell’Euro? La risposta a questo quesito è semplice: per l’elevata tassazione. Si pensi che, ogni 100 euro di costo sostenuto dalle piccole imprese italiane quasi 45 euro se ne “vanno” in tasse e oneri. L’ incidenza della tassazione in Italia, pari al 44,8 per cento, è superiore di 10 punti percentuali rispetto a quanto si verifica a livello di Eurozona (il peso di tasse e oneri si ferma al 34,8 per cento). Al di là della Germania dove il peso del fisco è ancora superiore (47,6 per cento, ma il costo comunque inferiore all’Italia), i principali paesi evidenziano una tassazione ben più leggera: il 28,1 per cento in Francia, il 23,9 per cento nei Paesi Bassi, il 23,8 per cento in Belgio e appena il 4,9 per cento in Spagna. Se guardiamo al prezzo dell’energia elettrica per le piccole imprese italiane, secondo il coordinatore dell’Ufficio studi Paolo Zabeo, è chiaro come la componente fiscale sia la principale imputata dei costi elevati. Si pensi che, tra il 2011 e il 2015, il gettito garantito dalla componente parafiscale degli oneri generali per il sistema elettrico è lievitata da 7,5 miliardi di euro a 15,8 miliardi di euro, aumentando quindi la tassazione sull’energia. Dall’analisi dello storico si intravedono comunque alcuni aspetti positivi. Se, infatti, è palese come il conto più salato sia pagato dalle piccole imprese italiane, in realtà dopo il II semestre del 2012 (periodo nel quale il differenziale di prezzo tra Italia e Area Euro aveva raggiunto il massimo, +46,0 per cento) il divario è diventato meno netto: +22,8 per cento nel I semestre 2016. Questa riduzione del divario è spiegabile quasi interamente da una diminuzione del prezzo al netto di tasse e oneri (-26,5 per cento tra I sem. 2011 e I sem. 2016) più che proporzionale rispetto a quanto intervenuto nell’Area Euro (-12,7 per cento). In sostanza, se nel I semestre del 2011, per la componente legata al prezzo della materia prima/servizio le piccole imprese italiane pagavano 114,5 euro ogni mille KWh contro gli appena 92,9 dell ’Area Euro (+23,3 per cento di gap) dopo 5 anni (I sem. 2016) il differenziale è di appena il +3,8 per cento (84,2 euro ogni mille KWh per l’Italia e 81,1 per l’Area Euro). Da ultimo bisogna evidenziare che le piccole imprese italiane pagano l’energia elettrica molto più delle grandi: il 67,9 per cento in più. Si tratta di un gap molto elevato che, anche se in linea con la media dell’Area Euro, va letto unitamente ai dati precedenti che vedono le piccole imprese italiane come le più penalizzate dalle bollette elettriche. La tua crescita passa da una nostra sede Cerca la più vicina a te Tanti vantaggi in una tessera associativa Iscriviti ora Tanti vantaggi in una tessera associativa Iscriviti ora Scopri le altre nostre convenzioni 10% di sconto sui tuoi viaggi Leggi tutto Gestione delle risorse umane in un clic Leggi tutto 30% di sconto sulle tariffe web Leggi tutto Nexi, l'innovazione dei pagamenti digitali in Italia Leggi tutto