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Addio stipendi in contanti, multa salata per chi sgarra

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Legge di Bilancio: tracciabilità retribuzione in vigore da luglio 2018, ma non riguarderà colf e badanti. Perde significato la firma del lavoratore sulla basta paga

 

Legge di Bilancio, vietati gli stipendi in contanti

Dal 1 luglio 2018 per i datori di lavoro e per i committenti non sarà più possibile pagare gli stipendi in contanti. Lo stesso dicasi per gli eventuali anticipi. Lo scopo della norma, inserita nell’ultima legge di Bilancio, è quello di contrastare la retribuzione in nero, ad esempio per quanto riguarda lo straordinario.

 

Colf e badanti esclusi dalla tracciabilità

La novità interessa ogni rapporto di lavoro subordinato così come individuato dall’art. 2094 del codice civile. Ciò indipendentemente dalle modalità di svolgimento della prestazione e dalla durata del rapporto.

La tracciabilità dello stipendio – come si legge nella legge di Bilancio 2018 – sarà applicata anche a “ogni rapporto di lavoro originato da contratti di collaborazione coordinata e continuativa e dai contratti di lavoro instaurati in qualsiasi forma dalle cooperative con i propri soci” (L. 142/2001).

Colf e badanti, ossia gli addetti ai servizi domestici e di assistenza familiare di anziani e disabili, sono esclusi dalla novità in vigore da luglio così come i dipendenti delle pubbliche amministrazioni.

 

Come saranno i pagamenti tracciati

Come abbiamo visto, dal 1 luglio 2018 gli stipendi o parte di essi o eventuali anticipi non potranno più essere erogati in contanti. I datori di lavoro, dunque, potranno usufruire di quattro metodi di retribuzione, che dovranno necessariamente passare attraverso una banca o un ufficio postale.

1 – Bonifico sul conto identificato dal codice IBAN indicato dal lavoratore;

2 – Strumenti di pagamento elettronico;
3 – Pagamento in contanti presso lo sportello bancario o postale dove il datore di lavoro abbia aperto un conto corrente di tesoreria con mandato di pagamento;
4 – Emissione di un assegno consegnato direttamente al lavoratore o, in caso di suo comprovato impedimento, a un suo delegato (coniuge o convivente o familiare con almeno 16 anni).

 

Sanzioni previste per il datore e novità per il lavoratore

Il mancato rispetto della nuova normativa sarà pagato a caro prezzo. Difatti, in caso di violazione dell’obbligo, il datore di lavoro o il committente saranno puniti con una sanzione amministrativa che andrà da 1.000 a 5.000 euro.

Contestualmente all’entrata in vigore della tracciabilità dello stipendio, perderà di significato la firma del lavoratore sulla busta paga. Oggi la sua firma costituisce prova dell’avvenuto pagamento della retribuzione, da luglio 2018 non più.

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