Balneari, Conflavoro PMI: “Piccole imprese e filiera rischiano colpo del KO”

La posizione di Conflavoro dopo la sentenza del Consiglio di Stato sulla mancata proroga dopo il 2023 delle concessioni balneari

“Non possiamo assolutamente accogliere con favore la decisione del Consiglio di Stato di prorogare le concessioni balneari solo fino al 31 dicembre 2023. Chiediamo quindi un urgente Tavolo di confronto con il Governo. Rispettiamo la sentenza di un organo così importante, ma rispettiamo anche il duro sforzo di chi, spesso a livello familiare o poco più, lavora tutto l’anno per accogliere i clienti e guadagnare nei soli quattro mesi estivi quando le spiagge sono frequentabili. Non solo, si vanno a creare altre due questioni. La prima è che gli stabilimenti sono una peculiarità italiana che non tange l’estero, dove i servizi non sono strutturati e apprezzati come i nostri. La seconda è che, in linea di massima, gli stabilimenti risiedono tanto su demanio marittimo (la spiaggia, il mare) quanto su demanio comunale (l’ingresso degli stabilimenti). A noi sembra un problema già anche solo disciplinare dal 2024 questa delimitazione”. Così Conflavoro PMI in merito alla ormai prossima liberalizzazione delle concessioni. 

Tutelare lavoratori, giovani e filiera

“Noi siamo sempre stati per la concorrenza, ma quella sana. E il rischio è che le piccole imprese italiane del settore vengano spazzate via entro due anni, con i grandi gruppi esteri pronti ad aggiudicarsi facilmente le concessioni dei nostri litorali. Con il cambiamento del turismo che stiamo vedendo in questi anni di pandemia, questo rischia di essere il colpo del KO per moltissimi. Quello che allora chiediamo – spiega l’associazione presieduta da Roberto Capobianco – è un immediato intervento normativo a tutela di chi, storicamente, permette ai nostri territori di mare di lavorare e far lavorare una filiera importantissima, tra ristoranti, alberghi, trasporti. Chissà se sarà ancora così dal 2024 o se le nostre spiagge e ciò che rende viva una costa diventeranno tutt’altro. Senza dimenticare i nostri giovani, che spesso trovano nei lavori estivi un trampolino di lancio per iniziare un mestiere e raggiungere una prima autonomia economica. Se non è possibile un piano di concessione decennale, allora governo e parlamento trovino insieme alle associazioni un modo differente per non far svanire i sacrifici di una vita. E, anzi, per invogliare finalmente a investire a misura di PMI”.