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Riaperture, Conflavoro PMI: “Discoteche considerate ancora imprese di seconda fascia”

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Piccolo passo avanti del Governo rispetto alle raccomandazioni del Cts, ma capienza lontana da quanto richiesto da Conflavoro per le discoteche

“Finalmente alcune attività imprenditoriali fondamentali per il nostro Paese, da troppi mesi a ranghi ridotti, tornano a lavorare al pieno delle loro potenzialità. L’Italia fa un altro passo avanti importante verso la normalità e torna a vivere coi teatri, i cinema e i concerti al 100 per cento della capienza. Ora ci auguriamo che le istituzioni in futuro facilitino e incentivino concretamente l’industria della cultura e del divertimento. È un’economia decisiva nel nostro Paese, considerando anche i miliardi di indotto che generano”. Così il presidente di Conflavoro Pmi, Roberto Capobianco, sul nuovo decreto del Governo.

Non manca, però, una nota stonata. “Peccato non poter essere soddisfatti del trattamento riservato a sport e discoteche, ancora coi giri di motore al minimo o quasi. In particolar modo le discoteche, questa è la sensazione, continuano a essere considerate di importanza minoritaria, quasi attività imprenditoriali di seconda fascia. Difatti, permettere ai gestori di riaprire solo al 50 per cento di capienza al chiuso è piuttosto incomprensibile, visto e considerato che si richiedono a queste strutture le giuste misure di sicurezza, ai clienti il Green pass e viene peraltro consentito loro di ballare senza mascherina. Quindi non capiamo davvero la ratio della decisione di non aprire, se non al 100 per cento al chiuso, quantomeno all’80 per cento come noi di Conflavoro PMI e altre sigle del settore avevamo richiesto”.

“Certo, sempre meglio – conclude Roberto Capobianco – del 35 per cento, personale compreso, che aveva proposto il Cts, ma comunque è una capienza insufficiente. I costi di queste attività sono molti, tra affitti, sicurezza all’ingresso e all’interno, fornitori, personale. Ecco perché continuiamo a insistere: le discoteche devono poter tornare a lavorare tutte subito, specie quelle al chiuso ferme da 20 mesi. E, se si vuole mantenere un profilo di guardia iniziali, insistiamo, che si arrivi quantomeno alla capienza dell’80 per cento da noi richiesta, così che i gestori riescano a organizzare il lavoro con meno danni possibili, sia per l’impresa, sia per i clienti, sia per i lavoratori che, altrimenti, a queste condizioni rischiano il posto in molti”.

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