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Conte: “Governo sosterrà le PMI, il rilancio economico dell’Italia passa da loro”

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Espressa vicinanza alle piccole e medie imprese. Parole di riguardo per i giovani costretti a fuggire all’estero e per gli imprenditori dilaniati dalla crisi. Scarica il discorso completo

Introduzione del salario minimo. Abbandono dell’austerità caratterizzante gli ultimi anni. Stop a quello che definisce ‘business della sicurezza’ e che, troppo spesso, si traduce in manodopera a bassissimo costo. Rafforzamento dei centri per l’impiego. Giovani. Deburocratizzazione. Digitalizzazione. Semplificazione. Tutela delle PMI poiché traino dell’economia italiana.

Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, nel discorso programmatico enunciato al Senato, si sbilancia decisamente a favore della piccola e media impresa italiana. Un discorso di oltre un’ora, quello tenuto a palazzo Madama (qua il testo completo). Nel tardo pomeriggio di oggi, poi, i senatori voteranno la fiducia all’esecutivo.

Nessuna novità è emersa dalle parole del professor Conte rispetto a quanto già noto da giorni e contenuto nel contratto di governo firmato da M5S e Lega. Ma si è trattato, effettivamente, della primissima volta che il contratto in questione – ossia l’accordo di programma su cui si basa l’asse tra i due movimenti politici – veniva esplicitato dinanzi a un ramo del parlamento detentore del potere legislativo.

 

Salario minimo contro lo sfruttamento dei lavoratori

“E’ ora di dire che i cittadini italiani hanno diritto a un salario minimo orario – ha esordito Conte – affinché nessuno venga più sfruttato, che hanno diritto a un reddito di cittadinanza e a un reinserimento al lavoro qualora si ritrovino disoccupati, che hanno diritto a una pensione dignitosa, che hanno diritto a pagare in maniera semplice tasse eque. C’è di nuovo che il debito pubblico lo vogliamo ridurre, ma vogliamo farlo con la crescita della nostra ricchezza, non con le misure di austerità che, negli ultimi anni, hanno contribuito a farlo lievitare”.

 

“Dalla parte dei giovani e delle donne”

“Vogliamo costruire un nuovo patto sociale trasparente ed equo, fondato sulla solidarietà ma anche sull’impegno, consapevoli che solo con la partecipazione di tutti allo sviluppo del Paese potremo garantire un futuro di prosperità anche ai nostri figli. Vogliamo dare voce ai tanti giovani che non trovano lavoro: a quelli che sono costretti a trasferirsi all’estero e a quelli che rimangono qui inattivi, che si rinchiudono in se stessi e si avviliscono”.

“In un caso come nell’altro – ha riconosciuto Conte – finiamo per dissipare preziose risorse del nostro Paese. Vogliamo dare voce alle tante donne, spesso più istruite e tenaci degli uomini, e che sul posto di lavoro sono ancora inaccettabilmente discriminate e meno pagate, e che si sentono sole quando decidono di mettere al mondo un bambino”.

Il presidente Conte, dunque, non manca di ricordare le intenzioni del nuovo governo per salvaguardare i giovani di oggi e le generazioni del futuro. I dati sull’emigrazione di una parte fondamentale dell’Italia del domani sono a dir poco allarmanti. Un fenomeno, quello della fuga all’estero, che ormai non tocca più soltanto i giovani del Meridione. Dimostrazione, una volta in più, che è tutto il Paese a essere economicamente instabile. In questa ottica anche Conflavoro PMI ritiene fondamentale l’introduzione del salario minimo orario garantito, però differenziato in base alle caratteristiche dei vari territori.

 

Il rilancio del Paese? Grazie all’iniziativa delle PMI

Dal capo del governo, poi, parole importanti per il ruolo ricoperto dalle PMI nell’economia italiana. Un ruolo spesso non riconosciuto in passato dalle istituzioni. Lo dimostrano i piani di incentivi e sviluppo che guardano, soprattutto, alla grande industria.

“Siamo consapevoli che il rilancio della nostra economia passa attraverso lo spirito di iniziativa e le qualità di tanti piccoli imprenditori, professionisti, commercianti artigiani, i quali, attraverso mille difficoltà, tengono alta la tradizione di impegno e laboriosità che costituisce una delle caratteristiche più autentiche del nostro tessuto produttivo, a tutti i livelli, in tutti i settori”.

“Occorre rimettere in moto, in maniera corale, tutte le molteplici energie positive del nostro Paese”, ha sottolineato Conte. “Restituire vitalità all’industria, specialmente esportatrice, al tessuto delle innumerevoli piccole e medie imprese nell’ambito del commercio, dei servizi e dell’artigianato, alle cooperative autentiche, al mondo agricolo e alle sue filiere che promuovono il made in Italy nel mondo, alle banche trasparenti e al servizio dell’economia reale”.

 

Previsto un nuovo approccio alla ‘crisi d’impresa’

“Agiremo in modo da favorire le imprese che innovano, che assumono nuovo personale, che rispettano le regole della libera competizione. Intendiamo promuovere le imprese che adottano prassi socialmente responsabili, che improntano le loro iniziative economiche al principio di precauzione, in modo da prevenire l’impatto negativo delle loro azioni sull’ambiente e da assicurare un ambiente idoneo a tutelare i diritti dei lavoratori”.

“Promuoveremo – ha poi promesso Conte – una disciplina che riveda integralmente la tradizionale legge fallimentare, nel segno di un approccio ben più ampio, che abbandonando una logica meramente sanzionatoria, valga a disciplinare e definire, in modo organico, il fenomeno della cosiddetta “crisi di impresa”.

 

Ridefinizione del principio di rappresentatività

Il presidente del Consiglio Conte ha, inoltre, affrontato la questione della maggiore rappresentatività delle associazioni datoriali e dei sindacati. Un tema, questo, molto caro a Conflavoro PMI. A esso, infatti, la confederazione guidata da Roberto Capobianco ha dedicato un proprio forum svoltosi a Roma lo scorso 11 maggio.

Già quel giorno l’argomento era stato ben esplicitato con una presa di posizione netta dell’onorevole Alfonso Bonafede del M5S (qua la videointervista) oggi ministro della Giustizia e colui il quale presentò a Luigi Di Maio proprio Giuseppe Conte.

“Questo governo – ha spiegato l’inquilino di palazzo Chigi in chiusura di discorso al Senato – si propone di recuperare in forme nuove e più efficaci il dialogo sociale con le varie associazioni rappresentative dei lavoratori e delle imprese. Dovremmo ridefinire, sulla base dei criteri oggettivi, il principio di rappresentatività, in piena trasparenza. Per questa via otterremo che tutti siano invitati, ciascuno in base alle proprie sensibilità e competenze, a ridare un nuovo slancio alle proprie iniziative, nella consapevolezza che il loro impegno e le loro proposte, se ispirate all’interesse generale del Paese e delle varie comunità anche locali, saranno apprezzate e tenute in considerazione”.

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