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Riforma fiscale, Conflavoro: “Semplificazione, crescita, equità per rilanciare Pmi”

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Il presidente Roberto Capobianco sull’auspicato e profondo riordino del fisco

Conflavoro Pmi condivide appieno i risultati dell’indagine conoscitiva sulla riforma fiscale approvata dalle commissioni Finanze di Camera e Senato, sui cui il governo baserà la propria azione per un complesso intervento strutturale di riforma organica del sistema tributario italiano.

“Uno degli aspetti fondamentali su cui Conflavoro Pmi da anni ribadisce la necessità di intervenire – spiega il presidente Roberto Capobianco – è quello inerente alla tassazione sul lavoro che, in Italia, è pari al 42,7%, a fronte di una media dei Paesi europei pari al 38,2%. Si tratta, senza dubbio, di un ostacolo fondamentale alla crescita dell’economia e dell’occupazione in quanto tende a scoraggiare gli investimenti e la partecipazione al mercato del lavoro”.

 

Creazione codice unico, passaggio fondamentale

Nella direzione auspicata da Conflavoro Pmi va anche la previsione di semplificare l’intero quadro normativo. Ad oggi, infatti, oltre al Testo Unico delle Imposte sui Redditi (TUIR – D.P.R. 917/1986) vi è un mare magnum di norme complementari sparse a macchia di leopardo, oltre a tutte le misure frutto della frenetica attività del legislatore dovuta a specifiche esigenze di gettito o a cambiamenti economici strutturali radicali come quello che stiamo vivendo a causa della pandemia.

Per l’associazione, la creazione di un Codice unico aiuterebbe a razionalizzare ed ordinare l’impianto complessivo della materia tributaria, ottenendo una minore frammentazione giuridica e, quindi, maggiore chiarezza e coerenza, due elementi necessari sia per combattere i fenomeni evasivi sia per attrarre ed incentivare investimenti interni e dall’estero.

 

Cosa salvare e cosa no

“Semplificare la complessità del sistema fiscale vuol dire anche renderlo più equo e sostenibile. L’auspicio di Conflavoro Pmi – sottolinea Roberto Capobianco – è che il governo italiano, in linea con quanto concluso in sede parlamentare, elimini le distorsioni del trattamento fiscale, soprattutto per quanto riguarda la pressione sui fattori produttivi e sul capitale, e dei relativi adempimenti. Potenziare il sistema di imposizione progressiva, in ottica di garantire gli obiettivi di redistribuzione, vuol dire tener effettivamente conto della situazione reddituale e patrimoniale delle famiglie e delle imprese. Rafforzando, da un lato, il concetto di equità e massimizzando, dall’altro, gli effetti incentivanti di produzione di ricchezza e sostegno dei consumi”.

“Va nella giusta direzione – conclude il presidente di Conflavoro Pmi – anche la previsione di salvaguardare il regime agevolato per le piccolissime imprese ed i lavoratori autonomi a un livello di fatturato fino 65mila euro all’anno. È essenziale, tuttavia, istituire un meccanismo transitorio che accompagni il contribuente in maniera graduale al regime ordinario di tassazione IRPEF, evitando di inibire i suoi progetti di espansione e di crescita economica”. 

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