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Fringe benefit, impegno bipartisan: emendamenti da Lega e Azione-ItaliaViva

Le proposte di Borghi (Lega) e Gelmini (Azione-ItaliaViva-RenewEurope) sui fringe benefit, auspicati da mesi anche da Conflavoro PMI

“La nostra associazione l’ha chiesto nelle audizioni al Dl Aiuti quater e al DDL Bilancio: serve un segnale forte e immediato in un momento di forte crisi e diminuzione del potere d’acquisto. Siamo quindi molto soddisfatti che sia un partito di governo, sia una forza responsabile dell’opposizione, con due proposte differenti nelle cifre ma non nel significato, vogliano introdurre anche per il 2023 una soglia di fringe benefit superiore ai 258 euro previsti dall’articolo 51 del Tuir, che riteniamo comunque vada modificato in modo definitivo”.

Così Roberto Capobianco, presidente nazionale di Conflavoro PMI, commenta i due emendamenti al DL Milleproroghe al Senato firmati uno dalla Lega, che chiede di portare i fringe benefit a 800 euro, e l’altro da Azione-ItaliaViva-RenewEurope che ne propone l’innalzamento a 3 mila euro.

Borghi (Lega): “Obiettivo tutelare il reddito fisso”

“Con il dipartimento Economia della Lega, dopo esserci occupati dei lavoratori autonomi, abbiamo ritenuto fosse il momento di pensare a un altro punto critico, stavolta correlato al reddito fisso, cioè ai lavoratori dipendenti, che sono i più colpiti dall’inflazione. Le strade – sottolinea il sen. Claudio Borghi a Conflavoro PMI – sono due: agire sulla detassazione dei benefit e ridurre il cuneo fiscale. Ogni misura che vada in questa direzione risponde alle criticità reali e deve arrivare a trovare spazio nel primo provvedimento utile possibile. È il nostro obiettivo”.

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