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La settimana politica: le proteste per la Global Sumud Flotilla e i negoziati di pace

La settimana è stata dominata dall’evoluzione delle vicende della Global Sumud Flotilla bloccata da Israele: dallo sciopero generale ai negoziati di pace

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La settimana è stata interamente dominata dall’evoluzione delle vicende legate al viaggio verso Gaza della Global Sumud Flotilla, con a bordo attivisti e parlamentari da 44 Paesi per portare aiuti umanitari alla popolazione della Striscia. Nella serata di mercoledì le prime imbarcazioni sono state intercettate dalla marina israeliana in acque internazionali a circa 70 miglia dalle coste, successivamente trasferendo nelle carceri israeliane i membri dell’equipaggio, in attesa del completamento delle procedure, di espulsione o processo, e dell’eventuale trasferimento nei rispettivi Paesi d’origine.

Dei nostri connazionali partiti con la Global Sumud Flotilla, il senatore Marco Croatti del M5S, il deputato Arturo Scotto del PD e le europarlamentari Annalisa Corrado del PD e Benedetta Scuderi di Avs sono rientrati il 3 ottobre, altri 26 italiani sono rientrati sabato dopo aver firmato il foglio di via, mentre nella giornata di oggi dovrebbero completarsi le operazioni di rimpatrio degli ultimi 15 italiani rimasti ancora in Israele, che saranno espulsi coattivamente dopo aver rifiutato il rimpatrio volontario.

Molti attivisti di varie nazionalità della Global Sumud Flotilla hanno denunciato condizioni igieniche e di trattamento fortemente disagevoli e degradanti sopportate all’interno delle carceri, igieniche e di trattamento, tra le altre cose dichiarando di essere stati fisicamente maltrattati, privati di acqua e cibo e rimasti bendati per ore, oltre a respingere con fermezza al mittente le accuse di legami con Hamas e dell’inesistenza di aiuti umanitari a bordo delle navi. 

La reazione delle piazze dopo lo stop alla Global Sumud Flotilla

L’abbordaggio della Flotilla da parte della Marina israeliana ha scatenato proteste in tutta Italia, con disagi nei trasporti pubblici locali e ferroviari, sit-in e occupazioni di scuole e università, con manifestazioni a Milano, Roma e Torino e presidi anche al porto di Genova.

Oltre al raduno spontaneo nella serata di mercoledì, partito grazie a un tam tam sui social e nelle chat in concomitanza dell’abbordaggio in segno di protesta, lo sciopero generale già proclamato da Cgil e Usb per venerdì 3 ha assunto la connotazione di una nuova manifestazione nazionale in solidarietà di Gaza e contro l’intercettazione della Global Sumud Flotilla. Nella giornata di sabato un’altra manifestazione nazionale a sostegno dei palestinesi e della Flotilla ha attraversato le strade di Roma, radunando centinaia di migliaia di persone provenienti da tutta Italia.

Alcuni momenti di forte tensione e di scontri con la polizia si sono verificati nel corso del tardo pomeriggio, ma i manifestanti violenti sono stati isolati dal corteo, che come le manifestazioni dei giorni precedenti si è mosso pacificamente. Le manifestazioni hanno contribuito a tenere alta l’attenzione pubblica sul conflitto e sulle questioni umanitarie ad esso legate, oltre ad alimentare il dibattito sul ruolo dello Stato italiano nel contesto internazionale. Oggi la mobilitazione continua nelle scuole e negli atenei universitari. 

Le dichiarazioni del Governo italiano

Continuo a ritenere che tutto questo non porti alcun beneficio al popolo della Palestina, in compenso mi pare di capire che porterà molti disagi al popolo italiano”, ha dichiarato la premier Meloni dal vertice della Comunità politica europea di Copenaghen, in merito alle manifestazioni della settimana a sostegno della Global Sumud Flotilla.

Dopo aver richiamato le azioni di sostegno al popolo palestinese da parte del Governo italiano, in merito allo sciopero generale ha dichiarato: “Mi sarei aspettata che i sindacati almeno su una questione che reputavano così importante come Gaza non avessero indetto uno sciopero generale di venerdì. Il weekend lungo e la rivoluzione non stanno insieme“.

E nei giorni successivi, da Assisi per le celebrazioni di San Francesco, ha definito i negoziati un passo decisivo, “una luce di pace che squarcia le tenebre“. Il Ministro degli Esteri Tajani ha seguito con attenzione tutti gli sviluppi della vicenda, assicurando il coordinamento tra il corpo diplomatico e le autorità israeliane per l’incolumità e il rientro dei cittadini italiani. Al contempo il Ministro della Difesa Crosetto ha assicurato costantemente i contatti con i membri italiani dell’equipaggio durante tutta la navigazione, assicurando la protezione dei nostri militari in caso di necessità.

I negoziati di pace: a che punto siamo

Forte intensità si è registrata anche sul piano negoziale per la pace, partendo dal lancio da parte del presidente statunitense Trump di un piano in venti punti per una cessazione delle ostilità che prevederebbe, tra le altre cose, un cessate il fuoco immediato, la liberazione graduale degli ostaggi, il disarmo delle milizie di Hamas e l’istituzione di una fase transitoria di governo sotto supervisione internazionale.

Il progetto è stato presentato insieme al primo ministro israeliano Netanyahu, che pur accettando formalmente la proposta, ha posto una serie di condizioni legate alla sicurezza, tra cui il mantenimento di un controllo militare israeliano nelle aree sensibili e la possibilità di intervenire nuovamente qualora Hamas non rispettasse gli impegni concordati.

Trump ha fatto seguire all’annuncio un ultimatum piuttosto rigido, indicando a Hamas il termine di domenica per accettare l’offerta del piano di pace come ultima possibilità, diversamente minacciando di scatenare un ulteriore inasprimento delle ostilità militari. Hamas ha dunque risposto accettando il piano solo in parte, dichiarandosi favorevole al rilascio immediato degli ostaggi ma intendendo continuare a negoziare sulle questioni riguardanti il ​​futuro della Striscia di Gaza e i diritti del popolo palestinese. In questo contesto, le operazioni militari israeliane sono proseguite, con nuovi raid su Gaza che hanno complicato il clima di fiducia necessario per il negoziato.

Nella giornata di oggi in Egitto si è aperto il nuovo ciclo di incontri mediato da Egitto e Qatar, con riunioni preliminari in mattinata a Il Cairo e formali nel pomeriggio a Sharm el Sheikh. La delegazione israeliana è guidata dal ministro Ron Dermer, mentre i delegati di Hamas sono guidati da Khalil al-Haya. Si attende poi l’arrivo dell’inviato americano Steve Witkoff e del genero di Trump, Jared Kushner.

 

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