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Mercato Telematico, “Un successo l’unione fra tradizione e digitale”. L’intervista al fondatore Giorgio Gigliotti

Solo prodotti orotofrutticoli Made in Italy certificati e provenienti dal sud. Il fondatore di Mercato Telematico, Giorgio Gigliotti: “Mercato Telematico coniuga tradizione e digitale”

Mercato Telematico è una piattaforma digitale per la commercializzazione dei prodotti ortofrutticoli made in Italy certificati, provenienti dal Sud e destinati ai rivenditori di tutto il Paese. Il fondatore è Giorgio Gigliotti, 31 anni, da Catanzaro, che in piena pandemia ha deciso di aprire la sua attività.

Di seguito l’intervista.

Aprire Mercato Telematico nel pieno della crisi è stata, in realtà, una mossa vincente. Hai anticipato una transizione digitale oggi necessaria a tutte le PMI. Come si è evoluto il tuo business in questi mesi? Quanti dipendenti hai oggi?

“Innanzitutto siamo partiti senza una sede vera e propria, abbiamo lavorato affiancandoci a un piccolo magazzino. Avevamo 4 dipendenti poi il lavoro pian piano si è sviluppato e oggi sta prendendo forma. Dallo scorso dicembre abbiamo un centro di distribuzione di 3mila 600 metri e oggi abbiamo una squadra con più di 35 collaboratori. Ho sempre cercato di assumere tante persone provenienti da una situazione di disagio sociale. Credo fortemente che, in territori come la Calabria, per contrastare la criminalità occorra dare un’opportunità a tutti. Per il resto, abbiamo fatto la scelta giusta al momento giusto. Non credo che dieci anni fa questo modello di business in Italia sarebbe stato vincente. Quel che è certo è che è necessario amalgamare tradizione e digitale”.

In cosa consiste il tuo progetto?

“Con Mercato Telematico siamo partiti facendo intermediazione digitale di prodotti agroalimentari. A oggi stiamo rafforzando i contratti di filiera con le piccole aziende agricole italiane che non trovano sbocco nei mercati regionali e sono pertanto costretti a perdere o svalutare i propri prodotti”.

L’obiettivo principale di Mercato Telematico?

L’obiettivo di Mercato Telematico è quello di aiutare le piccole aziende agricole a crescere. In Italia ci sono 300mila aziende agricole con un fatturato medio di 29mila euro ad azienda. Un dato che ci fa capire come le stesse non abbiano la forza economica per agire in un mercato nazionale. Noi abbiamo creato qualcosa che facilitasse questo collegamento”. 

Come è cambiato, dal punto di vista della tua esperienza, il rapporto tra istituzioni e giovani in due anni? Ti senti supportato?

“Purtroppo non abbiamo ricevuto aiuti da nessun ente istituzionale, ma solo da parte di un istituto bancario del territorio che ha creduto in Mercato Telematico. Altri organi, forse, non hanno ritenuto innovativa la mia idea. Non c’è problema, sono andato avanti e tuttora è così, trovando la forza nei miei stessi collaboratori, che mi sono di supporto a 360 gradi”.

Il business digitale ritieni sia potenzialmente alla portata di tutti? Oppure in Italia, per svariati motivi tra cui i divari infrastrutturali, pensi sia per pochi?

“Serve l’idea ma serve anche la struttura Paese. Il consiglio che posso dare? Va bene il digitale ma che sia supportato dal tradizionale. Il digitale è oggi ottimo per la parte commerciale”.

Rapporto con la pressione fiscale: un giovane oggi in Italia è pronto a sopportare il carico? All’ultima Assemblea nazionale di Conflavoro PMI abbiamo parlato di flat tax per i giovani

“Sicuramente il presidente dei Giovani imprenditori Conflavoro PMI, Tiziano Talarico, ha descritto benissimo la situazione dei giovani che fanno imprese o comunque desiderano avviare un’attività. Nessuno sembra avere il coraggio di affrontare il problema e, spesso, vediamo la passività degli imprenditori. Il costo del lavoro che abbiamo in Italia mette continuamente a rischio e abbassa il grado di competitività delle PMI rispetto alle imprese degli altri Paese europei. Il cuneo fiscale è un altro dei problemi annosi che il Paese deve quanto prima affrontare”.

Un altro argomento molto discusso in questi mesi è quello del salario minimo

“Ritengo che, così come vogliono proporlo, non sia assolutamente sostenibile. Intendiamoci, per me i miei collaboratori sono fondamentali, ma il salario minimo cerca di tutelare le famiglie mettendone tutto il carico sulle spalle degli imprenditori. Introdurre il salario minimo senza prima agire sul costo del lavoro sarà un problema sia per le imprese sia, di conseguenza, per i lavoratori”.

Tra le varie proposte di Conflavoro PMI alle istituzioni, anche quella di concedere garanzie pubbliche non solo in base ai bilanci pregressi ma pure in base al progetto, al business plan, così da sostenere chi ha le idee ma non ha uno storico. Che ne pensi?

“Questa proposta è ottima, ma pericolosa. Ritengo necessario che un imprenditore, prima di iniziare a fare impresa, debba valutare tutti i rischi. Quindi il consiglio che posso dare è di avviare un’attività in piccolo, valutando i punti di forza e quelli deboli”.

Certo. Chiaramente la proposta fa parte di una panoramica più ampia che vede la formazione imprenditoriale continua alla base

“Sì, allora concordo in pieno. Fare impresa necessita di una formazione perenne e la formazione, ovviamente, deve essere tanto per l’imprenditore quanto per il lavoratore. La formazione è tutto. Ho assunto persone che non avevano un minimo di know-how. Questo per me è stato un investimento, non una spesa, sia per Mercato Telematico, sia per loro”.

Fai un appello al prossimo governo affinché lavori per i giovani

“L’appello non lo faccio al governo, ma lo faccio direttamente ai giovani. A loro dico: abbiate il coraggio di reagire anche nei momenti più difficili della vostra impresa. Non fermatevi mai e credete fino alla fine nella vostra idea progettuale”.


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