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Conflavoro PMI: “Se il ministero del Lavoro non incentiva le imprese, almeno non le ostacoli con nuova burocrazia. Il prossimo cambi rotta”

A poche ore dalle elezioni delle due Camere, con il nuovo Governo che ne seguirà, il ministero del Lavoro uscente decide comunque di emanare la circolare 19/2022 (del 20 settembre) a ulteriore “chiarimento” del Dlgs 104/2022, già precedentemente “chiarito” dalla circolare 4/2022 (del 10 agosto) dell’Ispettorato Nazionale del Lavoro.

Di cosa si tratta? Il tema è quello della trasparenza del rapporto tra datore di lavoro e lavoratore al momento dell’assunzione, con il primo che deve fare comunicazione scritta al secondo circa i suoi diritti e doveri, come richiesto in primis da una specifica direttiva UE, di cui proprio il Dlgs 104/2022 è “figlio”.

Il problema nasce nel momento in cui, dopo due circolari, ancora non vi è la completa certezza del modus operandi che il datore di lavoro deve seguire, ossia cosa deve direttamente indicare al lavoratore nella lettera di assunzione e cosa, invece, può soltanto citare rimandando alla contrattazione collettiva o alle norme genericamente valide per tutto il personale. Senza quindi – in questo ultimo caso – il bisogno di alimentare inutile burocrazia ridondante. La questione non è banale: la sanzione al datore per il mancato rispetto della trasparenza va da 250 a 1500 euro per ogni lavoratore interessato.

“Imprese vanno aiutate, attuale ministero le ostacola con burocrazia farraginosa”

“Qual è la stranezza nelle volontà del Dlgs 104/2022, allora? Nessuna – spiega il presidente di Conflavoro PMI, Roberto Capobianco – e infatti le aziende associate a Conflavoro PMI sono sempre state assistite a dovere anche sotto gli aspetti legati alla trasparenza. Certo, esistono sicuramente dei datori di lavoro in Italia che vanno indirizzati, aiutati a fare le scelte migliori proprio al fine di tutelare al meglio tanto i lavoratori quanto l’azienda (e il Dlgs 104/2022 dovrebbe appunto andare in questa direzione). Ma la farraginosità delle norme – e questa è solo l’ultima in ordine di tempo – non semplifica né taglia la burocrazia come ci si aspetterebbe, anzi finisce per rendere il sistema ancora più ingestibile. E, soprattutto, a continuo rischio sanzioni per chi fa impresa, come in questo caso specifico”.

Capobianco: “Prossimo Esecutivo sia all’insegna della semplificazione”

“Eppure – sottolinea Roberto Capobianco – il ministero guidato da Andrea Orlando riesce a creare una nuova, l’ennesima incertezza nel sistema Lavoro pur in fase di ‘disbrigo degli affari correnti’ in attesa del nuovo Governo. Lo fa prima con una norma evidentemente poco chiara (su cui la nostra associazione aveva già avanzato critiche in tempi non sospetti) e poi con un duplice “chiarimento” che poco chiarisce e anzi contribuisce a creare ancora più confusione nei datori di lavoro”.

“L’augurio e la speranza di Conflavoro PMI – conclude il presidente – è che il prossimo ministero del Lavoro e il prossimo Governo sappiano andare davvero incontro a chi crea lavoro così come ai lavoratori, che sono parte centrale nel mondo dell’impresa e dell’economia reale italiana. La richiesta al prossimo ministro e al prossimo Esecutivo, quindi, è che sappiano semplificare in modo concreto e non appesantire, che sappiano – se non incentivare – quantomeno non ostacolare con nuovi e poco chiari oneri burocratici le piccole e medie imprese italiane”.


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