Politica La settimana politica: lo scontro Trump-Zelensky e la reazione dell’UeLe reazioni forti al negoziato in mondovisione tra Trump e Zelensky nello studio ovale della Casa Bianca, la linea dell’Italia e il vertice di Londra lunedì 3 Marzo 2025lunedì 3 Marzo 2025 Le reazioni forti al negoziato in mondovisione, sfortunatamente trasformatosi in uno scontro aperto e dai toni violenti, tra Trump e Zelensky nello studio ovale della Casa Bianca per il conseguimento della pace in Ucraina e l’ipotetico accordo sulle terre rare, hanno dominato il dibattito politico degli ultimi giorni, non senza preoccupazioni per quella che sarà l’evoluzione dei fatti. L’atipicità della situazione ha certamente scosso tutti gli apparati di Governo e l’intera opinione pubblica, dal momento che, oltre a complicare notevolmente la gestione di una situazione delicatissima sotto il profilo politico e diplomatico, ha dato una chiara dimostrazione di come siano già radicalmente cambiate le dinamiche di gestione degli affari internazionali con l’avvento della seconda Presidenza Trump. Il sentire comune nel nostro Paese, come dimostra l’instant sentiment realizzato in esclusiva per Adnkronos da Vis Factor, va contro Trump, che registra l’avversione dell’88% degli italiani, mentre Zelensky, gode di un sentiment positivo del 73%, accompagnato da fiducia, sostegno e speranza. I diversi approcci della maggioranza su Trump Se le opposizioni hanno espresso tutte a vario titolo solidarietà all’Ucraina e ribadito l’importanza di mantenere un ruolo forte dell’Europa, le posizioni dei leader di Governo non sono apparse del tutto allineate. Salvini ha appoggiato Trump con decisione, sostenendo la sua volontà di raggiungere la pace, mentre Tajani ha invitato in modo incisivo ad abbassare i toni e a mantenere la calma, ribadendo l’indiscutibile appoggio a Zelensky e la necessità di avere l’Ucraina ai tavoli delle trattative di pace, con l’Europa unita. La posizione di Meloni Meloni si è quindi pronunciata in modo fermo ma equidistante, dichiarandosi “dispiaciuta” per quanto accaduto tra Trump e Zelensky, facendo appello all’unità, così da non «favorire una divisione dell’Occidente che sarebbe esiziale» e restando convinta della necessità di un immediato vertice tra Usa, Ue e alleati per arrivare presto ad una pace giusta e di lunga durata. Concetti, questi, ribaditi in occasione del bilaterale con il Primo Ministro britannico Starmer e del summit sul futuro dell’Ucraina e della difesa europea, tenutosi anch’esso a Londra nella giornata di domenica, dove Starmer ha ricevuto a Lancaster House i leader europei, compreso Zelensky, i Presidenti di Canada e Turchia, la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, il presidente del Consiglio europeo Antonio Costa e il segretario generale della Nato Mark Rutte. Al termine del vertice sono trapelate le prime indiscrezioni sulla potenziale linea di azione, ad oggi guidata dall’asse franco britannico, su cui i Paesi presenti al vertice intenderebbero incassare l’appoggio statunitense, ritenuto imprescindibile per la fine del conflitto. Si partirebbe da un periodo di “cessate il fuoco” della durata di un mese, che dovrebbe traghettare verso la fine del conflitto sulla base di un accordo con gli USA e la presenza di una forza di peacekeeping solida formata dai Paesi “volenterosi”, a cui si aggiungerebbe un aumento della quota di risorse del Pil UE da destinare alle spese militari. La difesa comune dell’Ue Von Der Leyen, fermamente convinta della necessità di riarmare l’Europa con urgenza, ha annunciato che presenterà il nuovo piano per l’aumento delle spese europee per la difesa il prossimo 6 marzo, in occasione del vertice d’emergenza dei 27 Stati membri convocato a Bruxelles. Un piano che, sempre da quanto si apprende, dovrebbe consistere in uno sforzo congiunto tra l’allentamento delle spese fiscali per incrementare il finanziamento pubblico, la mobilitazione di fondi comuni dell’UE e una maggiore partecipazione della BEI. Macron, commentando l’importante sforzo europeo di queste ultime ore, ha richiamato l’attenzione dell’Italia sollecitando una presa di posizione chiara, la cui vicinanza viene ritenuta imprescindibile per una buona riuscita delle trattative di pace: «Stiamo cercando di muovere le cose. E abbiamo bisogno dell’Italia, di un’Italia forte che agisca a fianco della Francia, della Germania, nel concerto delle grandi nazioni. (…) È necessario che l’Italia sia al nostro fianco, che si impegni in questo percorso, e che lo faccia da grande paese europeo, sulla scia di quanto fece Draghi. Ora restiamo uniti». 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