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La settimana politica: dalla sicurezza sul lavoro al Conclave

Il Presidente Mattarella, così come il CdM alla vigilia del 1° maggio, si è espresso sulla situazione relativa alla sicurezza sul lavoro in Italia. Sul fronte internazionale, fra due giorni inizia il Conclave per individuare il successore di Papa Francesco

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Si parla di fede religiosa, ma l’attesa intorno alla nomina del nuovo Pontefice ha inevitabilmente una connotazione internazionale, oltre che politica e geopolitica. Al termine delle Congregazioni che vanno ormai avanti già da alcuni giorni, mercoledì 7 maggio a partire dalle 16.30 verranno serrate le porte della Cappella Sistina, che ospiterà i 133 cardinali elettori, per dare ufficialmente inizio al Conclave che sceglierà il successore di Francesco.

Oltre 5300 gli accrediti pervenuti da parte di giornalisti e operatori dell’informazione per poter seguire da vicino e raccontare al mondo intero non solo chi sarà il nuovo Capo della Chiesa Cattolica, ma anche quale direzione prenderanno le sue traiettorie pastorali e diplomatiche, in un contesto globale raramente attraversato, fino ad oggi, da tensioni sociali e religiose così alte. Senza tralasciare le numerose questioni etiche e sociali su cui Papa Francesco ha indubbiamente impresso un cambio di passo profondo da cui sarà complesso distanziarsi. 

Le parole del Presidente Mattarella sulla sicurezza

Nei giorni dell’attesa, le parole del Capo dello Stato da Latina in occasione delle celebrazioni per il 1° maggio sul mondo del lavoro si sono cristallizzate in tutta la loro forza. Mattarella ha sottolineato come l’impegno per la sicurezza sul lavoro debba essere incrementato, considerando intollerabili indifferenza e rassegnazione al riguardo.

Ma ha anche parlato di come i “salari inadeguati” rappresentino una grande questione per l’Italia, considerando che troppe famiglie non sorreggono il costo della vita oggi e che le questioni salariali sono prima di tutto un fattore di riduzione delle diseguaglianze – senza tralasciare l’importanza del dialogo con i sindacati e il trattamento salariale dei migranti. 

La prevenzione centrale anche per il Governo

Il Primo Maggio ha poi rappresentato per il Governo un’occasione per rilanciare l’azione sul fronte della sicurezza nei luoghi di lavoro. Il Consiglio dei Ministri del 30 aprile non ha portato a un nuovo decreto, ma vi è stato comunque l’annuncio della volontà di proseguire sulla strada della cultura della prevenzione, stanziando risorse a favore delle imprese foriere di condotte premiali in questo senso e potenziando ancora una volta educazione e formazione.

Un tema, quello della sicurezza, anche al centro dell’intervista che la Presidente del Consiglio ha rilasciato in esclusiva ad Adnkronos, dove i temi toccati sono stati numerosi. Tra i più importanti è emerso sicuramente il percorso delle riforme, con un faro puntato sul premierato, ma anche sulle grandi sfide raccolte dal suo Governo, tra cui la questione della natalità.

Il filo conduttore è uno solo: la volontà decisa di ripresentarsi alle prossime elezioni – ha sostenuto Meloni – “dicendo la cosa più banale su cui i politici andrebbero giudicati: ve lo avevamo promesso, lo abbiamo fatto”. Poi libertà di stampa, antifascismo e tema salariale, ma anche politica estera, con in testa le valutazioni su questa Europa e sulla guerra dei dazi, oltre che sui primi cento giorni di Presidenza Trump. 

In USA malconento verso Trump

È proprio in questo giro di boa che si inizia ad osservare un calo nei sondaggi – e non solo – della popolarità del Presidente degli Stati Uniti, complici certamente gli indirizzi di rottura rispetto alla guerra commerciale, alle deportazioni e alle azioni contro-inclusive, ma anche le numerose ripercussioni a livello finanziario delle sue politiche protezionistiche, oltre che delle lotte identitarie che sta conducendo.

Due fattori, questi ultimi, che stanno rispettivamente iniziando ad incidere su un indebolimento del dollaro e sulla divisione dell’opinione pubblica all’interno del Paese. A ciò si aggiunge il fatto che Trump continua ad annunciare l’avvento di un periodo d’oro di crescita economica per il proprio Paese, mentre l’economia Usa inizia in realtà a frenare bruscamente (-0,3%) ed aumenta il malcontento per la crescita dei prezzi e la diminuzione dei salari. 

Voto di fiducia al Parlamento tedesco su Merz

Resta infine un riflettore puntato in Europa sul voto di fiducia al Bundestag, il Parlamento tedesco, previsto per domani, sul Governo Merz composto dai conservatori CDU-CSU e i socialdemocratici SPD, che nella sua composizione vede più Est, più donne e più giovani, ma che si dovrebbe sostenere su una maggioranza risicata di appena 13 voti.

Come già annunciato, Merz cercherà di rilanciare il modello economico nazionale – attualmente in profonda crisi – con un piano di investimenti da 100 miliardi l’anno. Gli sviluppi meritano di essere attenzionati non solo per il genere di ripercussioni che questi avranno sull’economia europea, anche in relazione alla guerra commerciale statunitense momentaneamente in standby,  ma anche per il ruolo chiave che lo stesso Merz potrebbe esercitare, in potenziale sinergia con Ursula von der Leyen, per un rilancio dell’Unione Europea, nell’epoca della messa in discussione di quasi un secolo di relazioni transatlantiche.

 

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