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Stop ad aumento Iva, ok del parlamento al Def. Ma Tria avverte: “Rispettare debito”

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Via libera delle due camere alla risoluzione della maggioranza al Def. Il ministro dell’Economia Tria, però, mette le mani avanti e chiede il rispetto degli impegni con Bruxelles

Passa sia alla Camera (330 sì, 242 no, 4 astenuti) sia al Senato (166 sì, 127 no, 6 astenuti) la risoluzione presentata oggi da M5S e Lega al documento di economia e finanza. Tra i punti più attesi arriva l’impegno sullo stop all’aumento dell’Iva, ma nessun cenno a come saranno reperite le risorse alternative a scongiurarlo.

In generale, poi, è stata confermata la volontà di intraprendere un nuovo approccio economico a beneficio del Paese. E ancora: superare il fiscal compact e rimodulare con la UE la riduzione del rapporto deficit/Pil nel triennio 2019-2021.

Nessuna grande novità, dunque, nella risoluzione votata dalle due camere: il Def, ricordiamo, era stato redatto solo in una parte su tre dal governo Gentiloni, quella tendenziale: spetta all’esecutivo Conte la parte programmatica. Quella, cioè, decisiva nello stabilire la linea economica futura.

 

Il ministro Tria: “Rispettare impegni con l’Europa e ridurre debito”

D’altro canto, il ministro dell’Economia Giovanni Tria, prendendo la parola alla Camera, ha però voluto sottolineare come vadano rispettati gli impegni presi a livello comunitario: “‘E’ bene non mettere a repentaglio l’evoluzione prevista dal quadro macroeconomico tendenziale del Def”.

“L’impegno sul debito – ha sottolineato Tria – è essenziale ed è condizione di forza per rivendicare per l’Italia e per l’Europa tutta, come una svolta, la decisione di considerare le spese per investimenti diversamente dalla spesa corrente: una scelta per cui i tempi sono ormai maturi”.

Il capitolo debito, del resto, è sempre stata la tematica calda nel rapporto UE-Italia quantomeno da quando si è insediato il nuovo governo. L’intervento del ministro Tria punta, una volta in più, a disinnescare ogni malumore da Bruxelles.

 

Stop all’aumento dell’Iva e delle accise

E, a proposito di disinnesco, la risoluzione di oggi impegna l’esecutivo ad agire sulle ormai famose clausole di salvaguardia. Lo scopo dichiarato è quello mantenere le attuali aliquote Iva. A questo, poi, si aggiunge lo stop all’aumento delle accise sulla benzina. Il ministro dell’Interno e leader della Lega Matteo Salvini, nelle scorse settimane ha affermato di voler oltretutto eliminare le più vecchie.

La risoluzione votata oggi in parlamento impegna, in definitiva, il governo “ad assumere tutte le iniziative” per trovare i circa 12,4 miliardi necessari a evitare gli aumenti. Aumenti che avrebbero risvolti negativi pesantissimi sulla vita delle imprese e dunque del Paese tutto.

 

Gli altri interventi richiesti al governo

Quello che i relatori di Camera e Senato hanno chiesto nella risoluzione al Def è, in sostanza, una conferma di quanto contenuto nel contratto di governo. Un mix virtuoso, cioè, che comprenda investimenti pubblici e riduzione della pressione fiscale. Ma anche sostegno ai redditi più bassi e semplificazione del rapporto burocratico tra Agenzia delle entrate e contribuenti.

Se, poi, potrebbe essere imminente l’introduzione della flat tax per le imprese (in attesa del piano pluriennale) sarà invece con la Legge di Bilancio 2019 che il governo si concentrerà sulle misure ‘da campagna elettorale’. Ovvero quelle necessarie a rivedere la riforma della Buona scuola, quelle racchiudibili nel cosiddetto reddito di cittadinanza e nella lotta generale alla povertà (vedi salario minimo). Un punto a cui sarà dedicata particolare attenzione, infine, sarà il superamento della legge Fornero con la volontà dell’esecutivo di introdurre la quota 100.

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