In attesa degli effetti del decreto dignità, l’Istat fotografa gli stessi livelli occupazionali di dieci anni fa. Ma le regole e i ritmi del mondo del lavoro si sono completamente ribaltati
L’andamento tendenziale, ossia il confronto con la situazione di un anno fa, mostra una crescita di 387mila occupati. Un numero, però, composto totalmente da persone assunte a termine (+390mila) a fronte di una diminuzione dei contratti indeterminati (-33mila) e un analogo aumento degli indipendenti (+30 mila).
L’andamento congiunturale, cioè il confronto tra semestri cui si concentra l’Istat, tutto sommato è un mero esercizio di calcolo, L’analisi più urgente, forse, riguarda i mutamenti profondi che il mondo del lavoro ha conosciuto negli ultimi dieci anni, dall’inizio degli effetti della crisi a oggi.
Come è cambiata l’occupazione
Più lavoro alle donne, meno agli uomini
Nel secondo trimestre 2018 le donne occupate sono oltre mezzo milione in più rispetto all’analogo periodo del 2008 (+6,3%; il relativo tasso +2,6 punti). Il boom di crescita di genere c’è stato dal secondo trimestre 2014. Lo stesso, invece, non si può dire per gli uomini: tra il 2008 e il 2013, infatti, si è registrato un milione di occupati in meno e soprattutto nell’industria. Anche qua il recupero, come per le donne, ha preso il via con il 2014, ma il gap con il 2008 non si è mai colmato (-380 mila, -2,7%; il tasso -2,7 punti).
Mezzogiorno, recupero a rilento
L’Istat fotografa forti differenze anche a livello territoriale. Nel Centro-Nord la ripresa è iniziata prima e ha portato al recupero delle perdite occupazionali dovute alla crisi già nel secondo trimestre 2016. Al Sud, invece, dove il calo degli occupati ha riguardato complessivamente 700mila persone fino al 2014, il saldo rispetto al periodo pre-crisi è ancora ampiamente negativo (-258 mila, -3,9%; il relativo tasso -1,6 punti).
Boom dei contratti a termine, crollo degli indeterminati
Più 700mila i contratti a termine, meno 600mila indipendenti. Ecco la vera fotografia del lavoro nell’ultimo decennio. Il recupero dell’occupazione, infatti, interessa esclusivamente il lavoro alle dipendenze, specie se a termine. Difatti, se per il tempo indeterminato al recupero avvenuto alla fine del 2015 è seguita una debole crescita che ha determinato livelli di poco superiori a quelli del 2008, per il tempo determinato la consistente crescita dell’ultimo periodo ha comportato questi 700mila occupati a termine in più rispetto al pre-crisi (+30,9%). Fa da contraltare, però la scomparsa dei 600mila indipendenti (-10,2%) nonostante l’aumento nell’ultimo trimestre.
L’analisi complessiva
I documenti
Report integrale Istat sul mercato del lavoro (settembre 2018)
Dossier Conflavoro Pmi sul mercato del lavoro e i cambiamenti dal 2008 a oggi (maggio 2018)
Focus Conflavoro Pmi sul decreto dignità convertito in legge (agosto 2018)